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SVIZZERAPiù donne alla guida delle imprese per colmare la lacuna demografica

22.06.16 - 12:08
È la proposta di Credit Suisse
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Più donne alla guida delle imprese per colmare la lacuna demografica
È la proposta di Credit Suisse

ZURIGO - Nei prossimi anni, complice anche aspetti demografici, sempre più titolari di un'impresa familiare saranno confrontati con problemi inerenti alla propria successione.

Per colmare un'eventuale lacuna di candidati in seno alla cerchia familiare, uno studio del Credit Suisse svolto assieme all'Università di San Gallo propone di aumentare il numero di donne (figlie) nei piani alti delle piccole e medie imprese (PMI).

La questione delle successioni in seno alle PMI non è di poco conto, si legge in una nota odierna della grande banca: il 75% delle PMI attive in Svizzera è composto da imprese famigliari.

Attualmente, il 20% dei titolari prevede di cedere l'azienda nei prossimi cinque anni. Entro il 2021 si calcola che da 70 a 80 mila PMI dovranno affrontare un cambio generazionale: si tratta del 10% dei posti di lavoro in Svizzera.

Nei prossimi 15 anni questo problema si acuirà, visto che la generazione dei baby-boomer andrà in pensione. La generazione seguente cresce infatti più lentamente. Stando allo studio, vi è il rischio che manchi il ricambio in seno alla famiglia.

Quale possibile via di uscita per permettere che l'azienda rimanga in mani familiari, se è questo il desiderio del proprietario, è aumentare la presenza di donne nei piani alti della ditta: attualmente il loro numero - per quanto riguarda le PMI - è del 10% soltanto. «Una più marcata presenza femminile in cabina di regia potrebbe forse compensare parzialmente il futuro 'gap' tra cedenti (uomini) e successori (uomini) dovuto a fattori demografici», si legge nel documento.

Il problema della successione è particolarmente sentito in seno alle PMI a causa dei «forti legami finanziari e personali dell'imprenditore con l'azienda». Ciò non toglie che il titolare possa anche pensare di cedere l'impresa a terzi, magari stretti collaboratori.

Attualmente, il 41% delle persone contattate continua a privilegiare una successione interna, mentre un quinto prende in considerazione anche soluzioni esterne alla famiglia. Le PMI orientate verso una soluzione esclusivamente esterna (34%) superano solo di pochissimo quelle orientate verso una soluzione esclusivamente interna alla famiglia (33%).

Tra i piani di successione esterna alla cerchia familiare, la soluzione preferita è la vendita a ex collaboratori (con funzioni dirigenziali), ossia il "management buy-out" (25%), seguita dalla cessione a un'altra impresa o a una società di private equity (21%) e dalla vendita a persone esterne all'azienda ("management buy-in", 17%).

Soprattutto il "management buy-in" si verifica più spesso di quanto previsto da molte PMI. Il 46% degli attuali amministratori ha rilevato l'azienda da un suo familiare, il 25% tramite un "management buy-out" e il 30% in seguito a un "management buy-in".

Ad influenzare in maniera talvolta determinate il tipo di successione sono i legami di parentela tra i proprietari. Le PMI i cui proprietari non hanno legami famigliari prevedono per lo più di cedere un giorno l'azienda ai collaboratori (con funzioni dirigenziali).

Maggiore è la presenza di familiari tra i proprietari e nella direzione, tanto più probabile è invece l'affermazione di una soluzione interna alla cerchia familiare. Secondo il sondaggio, l'intenzione di mantenere l'impresa nelle mani della famiglia è più forte se tra i proprietari vi sono genitori e figli, o fratelli. In genere si punta sulla persona con le doti migliori nel campo degli affari. Se la proprietà è invece costituita solo da coniugi, quasi la metà delle imprese familiari è orientata verso una cessione all'esterno della cerchia familiare.

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