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CANTONELa seconda vita di Edo Bobbià, al posto del sangue il gas

27.10.14 - 06:52
40 anni di politica, 23 da segretario SSIC. Potrebbe godersi la pensione, eppure, Edo Bobbià continua a lavorare, seguendo la sua grande passione: il gas di Metanord
La seconda vita di Edo Bobbià, al posto del sangue il gas
40 anni di politica, 23 da segretario SSIC. Potrebbe godersi la pensione, eppure, Edo Bobbià continua a lavorare, seguendo la sua grande passione: il gas di Metanord

CAMORINO - Al posto del sangue pare che gli scorra il gas. La sua voce si carica di energia e si riempie di entusiasmo quando, al telefono, parla di Metanord, azienda di diritto privato che conta un pacchetto azionario così ripartito: un terzo di capitali privati, un terzo di capitali di AET e un terzo di capitali provenienti dalla Bernische Kraftwerke (BKW).

Il nostro colloquio telefonico si concentra tutto su una tematica: il gas naturale. Dopo 40 anni di carriera politica e oltre 20 di direttore della SSIC, per Edo Bobbià è iniziata una nuova vita: "una sfida che miappassiona. Sono stato sempre curioso e desideroso di imparare e questa avventura la affronto con tutta la mia passione per il lavoro e il piacere di instaurare contatti con la gente". Il direttore di Metanord, società che ha come scopo "di portare il gas naturale negli agglomerati del Bellinzonese e Locarnese nonché nella valle del Vedeggio da Torricella-Taverne a Rivera, è cosciente del compito non facile che ha davanti a sé. Ma lui è convinto: "Il gas piace. E per il gas c'è Metanord".

Bobbià, il gas naturale, in altre realtà della Svizzera e del Cantone è già da tempo presente. A cosa è dovuto questo ritardo nel Sopraceneri?
"E' un’iniziativa imprenditoriale recente, è vero, ma prima vorrei fare una breve premessa. Metanord sta portando avanti un progetto: portare il gas come vettore supplementare per la crescita del Canton Ticino. In particolare si pensa alla fornitura alle industrie locali e a quelle di provenienza estera da sempre abituate al gas, che si insediano in Ticino. Nel Luganese AIL l'anno scorso ha venduto oltre 1 miliardo di kwH, un risultato straordinario. Nel Sopraceneri, invece, manca l’abitudine al gas. Non perché si è contrari, ma semplicemente perché non c’è mai stato. Vogliamo convincere anche le economie domestiche e i piccoli commerci che il gas è un vettore interessante, nonostante abbia un piccolo peccato originale, ossia di essere un combustibile fossile. Ma di questo tipo di combustibile è di gran lunga il migliore”.

Migliore perché?
"Inquina di meno e costa di meno".

Altri aspetti positivi?
"Le dò qualche dato, per capirci meglio: il gas combustibile produce il 25% di emissioni di anidride carbonica in meno rispetto al gasolio e il 50% in meno rispetto al carbone. Ma poi c'è da considerare anche l'assenza di produzione di polveri sottili e di fuliggine, il trasporto sotterraneo e non tramite camion, le spese di manutenzione e di servizio contenute, nessun costo di stoccaggio, la fornitura continua, il pagamento a fine mese e il 10% di risparmio rispetto al prezzo del gasolio. Il gas piace. C'è ancora qualche diffidenza, dovuta più che altro alla sua supposta pericolosità, ma si stanno progressivamente superando. Il gas metano è molto più sicuro rispetto al gpl e alle bombole”.

Ora Metanord punta dritto a Bellinzona, come sta andando?
"Dopo una lunga discussione politica, Bellinzona ci ha dato la concessione. La firmeremo a giorni. Un atto politico che non vuol dire automaticamente la possibilità di iniziare a scavare da domani, ma semplicemente che siamo in possesso dell'autorizzazione a fornire il gas naturale anche ai bellinzonesi che lo vorranno”.

E oltre a Bellinzona, dove vuole arrivare Metanord?
"Noi guardiamo oltre alla Bellinzona di oggi. In ballo c'è la Nuova Bellinzona, che comprenderà l'aggregazione di 17 comuni e 50.000 persone. Metanord ora è già a Quartino, Cadenazzo, Sant'Antonino,Camorino, Giubiasco, Sementina, Monte Carasso. L'arrivo a Bellinzona è solo questione di tempo. Siamo inoltre presenti nel Gambarogno e già collegati con Gordola e Tenero”.

Lei come ci è entrato a Metanord?
"Metanord ha investito finora 50 milioni di franchi per la realizzazione della condotta che da Bedano raggiunge il Sopraceneri. Un investimento infrastrutturale importante, che necessitava di una persona locale che avesse dei contatti politici ed economici sul territorio. Si cercava la possibilità di maggior dialogo con le autorità e con la realtà economica locale e con la Confederazione. Il presidente del Cda, l'avvocato Luigi Mattei, ha pensato a me, che avevo i requisiti ideali: 40 anni di politica, di cui 20 in Gran Consiglio e 23 anni di direzione della SSIC”.

Come ha accolto questo invito?
"Bene. Mi avevano detto che avrei dovuto lavorare al massimo al 30%, ma il mio impiego, di fatto più che raddoppiato. Mettersi a studiare alla mia età è bello e interessante. Ho poi trovato una squadra affiatata e competente".

Ormai siete attivi da 17 anni. Quali sono state le difficoltà incontrate durante il vostro cammino?
"Posare la condotta del gas in Svizzera è difficilissimo. Ci sono dei vincoli di sicurezza giustificati, ma anche molto molto restrittivi. Questa società è stata avviata da imprenditori italiani, e poi subito completata con capitali svizzeri. L'immagine di impresa italiana che irradiava non sempre piaceva a Berna. Alle volte alcuni nostri errori del passato commessi in buona fede sono stati interpretati come furbizia ticinese mista a italiana e ci ha creato qualche difficoltà. Dal Cantone, invece, siamo stati molto aiutati in particolare dal dipartimento del territorio. Per cambiare quest'immagine, in Metanord si cercava una persona ticinese, che parlasse anche il tedesco. E in questo senso ho potuto svolgere questo ruolo. Un ‘esperienza inattesa e gratificante, anche perché in pensione non ci volevo proprio andare” (ride, ndr)

Quanti posti di lavoro conta Metanord?
"14. Ultimamente abbiamo potenziato il comparto vendita".

Metanord cosa rappresenta per l'economia ticinese?
"Noi siamo convinti di portare un contributo utile al cantone, non soltanto a livello di energia. I 50 milioni di franchi investiti sono rimasti per il 94,6% in Ticino. A beneficiare dei nostri investimenti sono stati il settore della costruzione, ma anche dell'artigianato, dell'installazione, dell'ingegneria per la progettazione. E paghiamo anche le tasse in Ticino. L’intero progetto prevede l’allacciamento di 33 comuni”.

Come vanno le vendite?
"Stiamo riscontrando un significativo successo. A metà del 2014 avevamo già venduto la stessa quantità di gas erogata in tutto il 2013. Abbiamo 356 fuochi attivi, 788 contrattualizzati, e 1675 preventivati”.

La Svizzera ha deciso di abbandonare il nucleare...
"Sì, l'addio è previsto nel 2034. Politicamente, come dice Giovanni Bernasconi, responsabile dell'energia a livello di dipartimento del Territorio, "il gas naturale assume un importante ruolo di vettore energetico di transizione. Dobbiamo prepararci al futuro, abbiamo tempo 40 anni per potenziare le energie rinnovabili. Se si pensa che oggi siamo soltanto all'1%..."

Lei diceva prima che il Cantone Ticino vi ha appoggiato...
"Il Consiglio di Stato ha definito il progetto Metanord di importanza cantonale. Un incentivo al settore industriale, utile a migliorare le entrate fiscali e l'occupazione".

Negli ultimi tempi si parla molto di Russia e di forniture all'Ucraina. Il gas fornito da Metanord da dove proviene?
"La fonte di approvvigionamento per noi sono le AIL. A loro volta quest’ultime si forniscono dall'Italia, da Eni-Snam. L'Eni si rifornisce dall'Algeria (13-23%), Russia (dal 19 al 30%), Libia (dal 5 al 7%), Paesi Bassi (dal 4 al 5%), Norvegia (dal 4 al 5%) oltre a una produzione interna propria dell'Italia, attorno all'8%. L'Italia è al sicuro dal punto di vista energetico: se dovesse mancare la Russia si può potenziare l'arrivo da nord".

L'ultimo aspetto: il futuro?
" Sono stato recentemente a Vaduz, dove hanno presentato un impianto di microcogenerazione a gas. Un gioiello della tecnica. Il gas, con la sua industria, si sta impegnando per raggiungere livelli di performance elevati, che consentono produzioni sempre meno inquinanti, combinate con il biogas e l'energia solare. Si stanno trovando soluzioni tecnologiche di altissimo valore. La richiesta esiste ed è in aumento. La sfida è di trovare piccoli impianti che producono al tempo stesso calore per il riscaldamento ma anche energia, con un consumi limitati di gas".

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