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CIAO FRANCHINOSt.Moritz perde il suo Re della Notte

04.05.12 - 12:40
F.G.
St.Moritz perde il suo Re della Notte

ST.MORITZ - Aveva 19 anni quando, per evitare il servizio militare in Italia, nel 1967 Franco Pozzoni partì dalla Valtellina per raggiungere l'Engadina, e da allora non la lasciò mai più.

Iniziò da subito a lavorare di notte. È stato il primo DJ della regione, poi gerente delle più importanti discoteche di St.Moritz: il Vivai, l'Absolut e negli ultimi anni il Club Hemingway. Durante i suoi primi anni Franco, per tutti Franchino, passava l'inverno a mille ottocento metri e l'estate a zero, tra Riccione e Ibiza, meta quest'ultima che ha frequentato per decenni.

Franchino quest'anno ha chiuso la stagione invernale ed è partito per Bali, dove vive la figlia Alexeja. Purtroppo non è più tornato e in questi giorni l'Engadina vive nell'incredulità e nella tristezza per la perdita di un simbolo della “Bella Vita” di St.Moritz.

Conosceva tutti. Era amico della gente del posto e dei turisti. Allietava le vacanze dei VIP, di attori del grande schermo, registi, stilisti, principi e principesse. Aveva la capacità di ricordare tutto: i nomi delle persone, i luoghi da cui provenivano, i gusti musicali e addirittura le canzoni preferite. Ma anche le loro storie e i loro problemi, e tutto questo a distanza di stagioni e anni.

Franchino era a tutti gli effetti uno psicologo della notte. Aveva la sensibilità di saper ascoltare e i suoi consigli erano semplicemente e naturalmente incentrati sulla positività. Sapeva ricaricare le batterie a chiunque e soprattutto sapeva divertire con la sua musica, la sua arte e la sua simpatia contagiosa.

Andare a trovare Franchino nel suo locale è stato, per 45 anni, un appuntamento inderogabile delle vacanze di generazioni intere di turisti. Dal suo mixer sono state suonate canzoni che hanno fatto ballare genitori prima, e figli poi. Le sue memorie e i suoi racconti di vita vissuta intensamente a contatto con i suoi clienti sono pezzi di storia di St.Moritz che in parte verranno persi, ma che centinaia di amici che lo ammiravano e che gli volevano bene tramanderanno ancora a tutti quelli che non hanno avuto la fortuna di incontrarlo.

“The show must go on”, ripeteva agli amici quando qualcosa andava storto, ed era anche convinto di finire la sua vita ancora dietro al bancone del suo bar. Perché per Franchino la parola “pensione” non aveva significato: il suo lavoro era la sua passione.

Sicuramente lo show dovrà continuare anche questa volta, ma senza quello stile, classe ed emozione che solo lui sapeva trasmettere.

Ciao Franchino, grazie.

Filippo
 

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