Cresce la dipendenza e l'ossessione per la sessualità vissuta via internet rispetto a quella reale con conseguenze patologiche per molti adolescenti
MILANO - Si chiamano disfunzioni sessuali mediatiche: ma dietro questo nome un po' complicato si nasconde un problema sempre più diffuso, non solo tra gli adulti, ma soprattutto nei giovani, ossia la dipendenza e l'ossessione per la sessualità vissuta via internet rispetto a quella reale. Il che sta portando ad un aumento di fenomeni di autoerotismo, voyeurismo ed esibizionismo, nonchè a perdita del desiderio già nell'adolescenza. A denunciare il problema è Carlo Foresta, presidente della Società Italiana di Andrologia Medica e Medicina della Sessualità (Siams), al convegno sulle malattie della sessualità in corso a Milano.
"La fruizione di siti pornografici - spiega - è in continua crescita nel nostro Paese. Da un'indagine che abbiamo fatto fare, si è rilevato che rispetto al 2005, dove gli utenti in un solo mese erano stati 4,9 milioni, nel 2010 sono saliti a 7,8 milioni, con un aumento del 58%".
Il 10% dei frequentatori di questi siti sono minorenni, e il 4% ha meno di 13 anni. Tutto questo con conseguenze rilevanti. "Il giovane che va su internet - continua Foresta - associa all'autoerotismo l'esplorazione di scenari e fantasie sessuali che non avrebbe mai neanche immaginato, sfociando spesso nel voyeurismo e nell'esibizionismo".
Già nello studio degli andrologi si vedono i primi effetti. "In uno studio su 125 soggetti tra i 19 e 25 anni - conclude Foresta - abbiamo riscontrato negli utenti abituali del web problemi di erezione, un dimezzamento del desiderio e della soddisfazione sessuale. Perchè il sesso su internet appare più stimolante e interessante".
ATS