L'incertezza dei genitori negli attimi più concitati. Il Decs fa chiarezza: «Prima di tutto si è messo in sicurezza allievi e personale»
LUGANO - «Sono triste e sconvolta, ma anche arrabbiata». La mamma* di un bambino che frequenta la prima elementare all'istituto Bassa Vallemaggia (ai Ronchini) dove giovedì si è consumato un omicidio a sangue freddo, non nasconde la sua frustrazione.
Il suo scontento, in un momento difficile come quello attuale, è rivolto alle autorità. «Sono venuta a conoscenza dell'accaduto solo dai social e dai giornali, nessuno ci ha contattati per informarci di cosa stesse succedendo o di come stessero i bambini. Non dico alle 13.30, quando hanno gestito benissimo la situazione, ma almeno un attimo dopo si sarebbe potuto mandare un messaggio, per evitare che tutti venissero a saperlo dai social o dai media».
La lettura della notizia riportata sui media, sapendo che il figlio si trovasse in loco, ha allarmato e angosciato la madre, che ha deciso immediatamente di chiamare il 117 (attorno alle 15:30) per capire come stesse il suo piccolo, se dovesse andarlo a prendere o cosa veniva consigliato dalle autorità.
Ma di chi sarebbe questo compito? La Direzione del DECS, contattata da Tio/20Minuti, spiega che «pur comprendendo le ragioni dei genitori coinvolti, la procedura in questi casi prevede prima di tutto la messa in sicurezza di allievi e tutto il personale coinvolto, in collaborazione con la polizia che gestisce l’operazione in corso». È infatti fondamentale che ogni comunicazione ufficiale possa «contare su riscontri verificati» e questo è «molto complicato (per non dire impossibile) quando l’operazione è ancora in corso». Nel caso specifico una comunicazione scritta della direzione scolastica (concordata con le autorità inquirenti) è stata fatta ai genitori tramite gli allievi giunti a casa (dopo le 16). È stata quindi inoltrata il prima possibile, a seguito dell'accaduto.
Anche a livello di polizia c’è comprensione per i genitori, però «compito della polizia è mettere in sicurezza il luogo, rimuovere i pericoli e localizzare e assicurare alla giustizia l’autore del reato» ci spiegano dalla Polizia cantonale. Successivamente è stato diramato un comunicato stampa.
Nel frattempo, per bambini e genitori, continua a essere attiva l'Antenna per gli eventi traumatogeni. Gli esperti hanno parlato a lungo con i bambini e i genitori dell'accaduto. Oltre a chi ha potuto sentire, o vedere quanto successo, anche solo l'essere stati barricati per ore in un'aula ha colpito molto gli allievi della scuola, che si sono riuniti lunedì - insieme ad altri residenti - in una fiaccolata in memoria del custode ucciso. Ieri pomeriggio, invece, ha avuto luogo il funerale.
*Nome noto alla redazione