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BALERNACentro anziani, il Municipio critica Pronzini: «Era ritornata la necessaria serenità»

15.12.16 - 10:15
Sul caso di maltrattamenti l'Esecutivo risponde sull'interrogazione del deputato MpS: «Ci siamo mossi immediatamente, abbiamo informato i parenti, sospeso e licenziato l'autrice»
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Centro anziani, il Municipio critica Pronzini: «Era ritornata la necessaria serenità»
Sul caso di maltrattamenti l'Esecutivo risponde sull'interrogazione del deputato MpS: «Ci siamo mossi immediatamente, abbiamo informato i parenti, sospeso e licenziato l'autrice»

BALERNA - Si spende ancora inchiostro sul caso dei maltrattamenti al centro anziani di Balerna costato il posto a un'assistente di cura rea di aver inflitto pene a dodici anziani. Vicenda sulla quale Matteo Pronzini, tre giorni fa, era tornato con una lunghissima interrogazione (ben 29 domande) nella quale intende dimostrare l'incompetenza delle autorità locali e cantonali nel loro ruolo di sorveglianza e d'intervento.

Accuse pesanti che il Municipio di Balerna respinge al mittente. In primo luogo viene messa in discussione la scelta del deputato MpS di ritornare sull'argomento: «Grazie anche alla tregua mediatica, era ritornata la necessaria serenità».

«Agito tempestivamente» - Senza entrare nel merito delle risposte di competenza del Consiglio di Stato, l’Esecutivo comunale desidera fare delle precisazioni. «Sulla vicenda il Consiglio di Stato si è già espresso in modo approfondito nel mese di dicembre 2015, confermando tra l’altro che Direzione e Municipio hanno reagito tempestivamente e che, in base alle verifiche effettuate, le condizioni di esercizio del Centro degli Anziani di Balerna sono conformi alle prescrizioni e garantiscono le regolari premesse di sicurezza ed il rispetto dei diritti degli ospiti».

«Assistente sospesa e licenziata» - L'Esecutivo ribadisce inoltre come siano stati presi da subito tutti i provvedimenti del caso: «non appena emersi i fatti a carico dell’ex assistente di cura nel 2011, la stessa è stata immediatamente sospesa e non ha più lavorato un solo giorno per il Centro Anziani. Il rapporto di lavoro si è in seguito concluso con le dimissioni della dipendente, ponendo fine anche all’inchiesta amministrativa nel frattempo aperta dal Municipio nei suoi confronti, visto come la sanzione più severa che avrebbe potuto essere adottata sarebbe proprio stata quella del licenziamento».

«Parenti informati» - A Pronzini viene pure ricordato come i parenti degli ospiti coinvolti siano stati «informati in merito ai loro diritti e in particolare sulla possibilità di segnalare il caso alla Commissione di vigilanza sanitaria».

Sui tre collaboratori «Non sussistono le condizioni per la sospensione» - Per quanto riguarda il secondo troncone di accertamenti avviati nel 2015 dalla Magistratura, il Municipio evidenzia come «i tre collaboratori interessati non siano stati ad oggi né condannati né rinviati a giudizio». Al riguardo il Municipio ha aperto un’inchiesta amministrativa e non ha ritenuto «sussistere le condizioni per una sospensione, per altro non sollecitata né dalla Magistratura né dall’Autorità di vigilanza, che è stata posta a conoscenza dei fatti. Tale inchiesta è stata nel frattempo chiusa e sono stati adottati gli opportuni provvedimenti, riservati gli esiti dell’inchiesta penale».

«Il Centro è sicuro» - L’Esecutivo comunale assicura di aver «voluto fare piena luce sulla situazione». Ha ordinato una verifica esterna, concordata con l’Ufficio del Medico cantonale dalla quale è emerso che «le condizioni di esercizio in sicurezza sono date».

I fatti - L'apertura del caso a livello comunale risale al marzo del 2011, quando il Municipio apre un'inchiesta nei confronti di una ex dipendente, che si dimette. L'inchiesta viene chiusa e la segnalazione al Ministero pubblico avviene soltanto 500 giorni dopo soltanto, ossia alla denuncia da parte della famiglia di una delle 12 vittime, sette delle quali nel frattempo decedute. L'atto di accusa risale a 18 mesi fa. Da allora si attende il processo di un caso che vede tre indagati per vie di fatto, ma non sospesi e ancora impiegati nell'istituto, e della loro collega, l'ex dipendente licenziatasi dopo l'apertura dell'inchiesta nei suoi confronti. Sarebbe stata lei, inoltre, a puntare il dito contro i suoi tre ex colleghi.

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