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LOCARNOAllerta sui film: «Nessuna provocazione anti-Islam»

28.07.16 - 08:35
Misure di sicurezza straordinarie per il Pardo. Il direttore Chatrian: «Attenti al contesto, ma senza auto-censurarci»
Allerta sui film: «Nessuna provocazione anti-Islam»
Misure di sicurezza straordinarie per il Pardo. Il direttore Chatrian: «Attenti al contesto, ma senza auto-censurarci»

LOCARNO - Videosorveglianza potenziata, metal-detector agli ingressi, controlli dentro e fuori dalle sale. La Polizia cantonale, è trapelato, potrebbe impiegare persino delle squadre di tiratori scelti nel corso del Festival al via settimana prossima a Locarno. Il Pardo (non sarebbe il Pardo, se no) è specchio dei tempi. «Abbiamo deciso di stanziare immediatamente il contributo di 50mila franchi richiesto dal Festival per il potenziamento delle telecamere di sorveglianza» annuncia a tio.ch/20minuti il sindaco Alain Scherrer. «La questione sicurezza non sarà assolutamente sottovalutata». Ma delle misure anti-terrorismo, in realtà, sono state prese a monte. Mesi prima degli attentati di Nizza e dei giorni scorsi. «Nell’organizzare la manifestazione di quest’anno abbiamo avuto delle attenzioni speciali al contesto dell’attualità» spiega il direttore artistico Carlo Chatrian.

In che modo?

Abbiamo rinunciato, ad esempio, ad accostare sullo stesso palco figure pubbliche appartenenti ad ambienti antagonisti, come israeliani e islamici, per evitare situazioni imbarazzanti o spiacevoli. Quanto alla programmazione, abbiamo evitato le provocazioni. In particolare, siamo stati attenti a non fare scelte che potessero urtare le sensibilità religiose.

Non mancano però le pellicole che trattano dell’Islam. Ad esempio “Le Ciel attendra”: parla di una 17enne che per garantirsi un posto in paradiso si arruola nell’Isis.

La storia è più complessa e sfumata, ma è vero, in programma ci sono film che affrontano il tema della religione, non solo quella islamica. Il Festival del resto è specchio dei tempi. A questo non possiamo rinunciare. Ma una cosa è riflettere sul presente, un’altra è provocare.

Non si rischia l’auto-censura?

La questione è molto complessa. La volontà di tenere conto del contesto in cui viviamo, che è delicato e in continua evoluzione, deve convivere con la volontà di non censurarsi, di non rinunciare alla libertà di scegliere con i nostri criteri. È la grande sfida di fronte a cui si trova la nostra società, oggi.

In programma non ci sono, dunque, film che giustificano preoccupazioni dal punto di vista della sicurezza?

Direi di no. Certo le reazioni ai film sono sempre imprevedibili. Ma a giudicare dagli attentati di Nizza e dei giorni scorsi, mi sembra che la caratterizzazione di un evento non sia l’elemento decisivo per i terroristi nella scelta degli obiettivi. In ogni caso, è giusto che a pubblico e ospiti sia garantita la massima sicurezza.

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