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CANTONENiente soglia minima di cambio, "Un disastro per l’economia ticinese”

15.01.15 - 11:36
Politici per una volta concordi: c'è grande preoccupazione. “I casi di dumping si moltiplicheranno. Ci saranno aziende che pagheranno in euro"
Niente soglia minima di cambio, "Un disastro per l’economia ticinese”
Politici per una volta concordi: c'è grande preoccupazione. “I casi di dumping si moltiplicheranno. Ci saranno aziende che pagheranno in euro"

BELLINZONA - “Questo è un disastro”. Saverio Lurati è sbigottito. La notizia della decisione della Banca Nazionale Svizzera di abbandonare la soglia minima di 1,20 per un euro suscita viva preoccupazione. Il Presidente del Partito Socialista ticinese non nasconde la sua contrarietà a questo provvedimento: “E’ un disastro per l’economia e per i posti di lavoro, soprattutto in Ticino”. Per il nostro cantone, che ha un’economia che si basa principalmente sull’industria di esportazione, vuol dire una perdita di competitività nei confronti dell’Europa. “Per l’economia cantonale un euro così basso è un disastro”.

Lurati è preoccupato soprattutto per le reazioni delle aziende, che potrebbero decidere, con un cambio che è sceso sotto la parità, di pagare gli stipendi dei propri dipendenti in euro. “I casi di dumping si moltiplicheranno. E’ ovvio che per il datore di lavoro risulterà più conveniente ad assumere in euro”.  

Gli scenari sono cupi: "Se ci saranno ripercussioni a livelli salariali, con il costo della vita svizzera, la gente in Ticino si arrangerà come può. Le ripercussioni negative non si ripercuoteranno soltanto nel settore industriale, ma in tutta l'economia. Prendiamo, per esempio, il turismo ticinese. Anche per questo settore si prospettano periodi neri."

Anche il presidente del PSS, Christian Levrat, esprime su Twitter la sua preoccupazione:  "BNS e soglia minima: una decisione sorprendente e un serio rischio per decine di migliaia d'impieghi in Svizzera".

Regazzi: "Sorpreso e preoccupato" - "Sono molto sorpreso, e anche preoccupato". Il consigliere nazionale PPD Fabio Regazzi commenta così la decisione della BNS: "Era una misura importante, onerosa certo ma apprezzata. Un provvedimento che aveva messo d'accordo tutti". Regazzi non comprende bene i ragionamenti che stanno alla base di tale decisione: "La BNS non ha dato nessun annuncio, come è ovvio che sia, ma i presupposti non sono ancora adatti: la situazione non si è ancora stabilizzata, c'è ancora fragilità".

Il rischio all'orizzonte è la perdita di attrattività della Svizzera su vari aspetti: come luogo dove aprire imprese, ma anche come meta turistica. Senza dimenticare le aziende attive nell'export, ma anche quelle che importano merci e materiale dall'Europa. "Per queste aziende la stabilità del cambio è fondamentale" spiega Regazzi, imprenditore oltre che politico: "Già con l'1,20 non erano rose e fiori, ma il sistema aveva retto e dava sufficienti garanzie". Che vanno a crollare, con la decisione odierna, esponendo le aziende all'incertezza.

La politica, a questo punto, dovrà farsi sentire? "La Banca nazionale ha una sua autonomia rispetto alla politica, e non ci sono mai state troppe ingerenze. Non tocca ai partiti sostituirsi alla BNS nelle decisioni di politica monetaria. Questa volta, però, un po' di pressione bisognerà farla". Anche perché la soglia di cambio minimo aveva messo d'accordo i vari schieramenti. "Sul principio tutto l'arco politico era d'accordo, con qualche distinguo ma sicuramente nella sostanza. I benefici erano molto più grandi degli svantaggi".

"Una decisione mortale" - "#BNS ha preso una decisione mortale per il Paese. Commercio annullato ed economia preda delle imprese e padroncini italiani. Borsa giù 11%!". Lo ha scritto il Consigliere di Stato Norman Gobbi su Twitter.

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