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LUGANOInchiesta Waldo Bernasconi: accuse di truffa milionaria e sesso come terapia

27.11.08 - 09:00
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Inchiesta Waldo Bernasconi: accuse di truffa milionaria e sesso come terapia

LUGANO - Sono accuse pesanti quelle contenute  nelle 32 pagine che compon­gono l’"Avviso di conclusione delle indagini preliminari" sull'inchiesta  nei confronti di Waldo Bernasconi, il medico della clinica "Sana Vita di Breganzona e della Cascina Respaù di Como. Nel documento  del Pubblico ministero di Co­mo Mariano Fadda a Waldo, i cui passaggi sono stati pubblicati sull'edizione odierna de laRegioneTicino, gli inquirenti italiani parlano  di Waldo Bernasconi e delle altre undici persone indagate come di un'associazione "al fine di commettere una serie indetermi­nata di condotte di esercizio abu­sivo delle professioni di medico, di psicologo e di psicoterapeuta e, attraverso queste, una serie inde­terminata di condotte di truffa in danno di privati e di enti pubbli­ci, incentrate sulla somministra­zione di costose pseudo-cure a persone afflitte da disturbi del­l’alimentazione e del peso, da porre a carico di costoro o dei loro prossimi congiunti, e in ta­luni casi a carico del Servizio sa­nitario nazionale italiano".

Per il Pubblico ministero Bernasconi avrebbe "istituito e gestito una serie di associazioni non riconosciute (Scuola internazionale neoreichiana di Cam­pione, Westdeutsche Akademie a Varese e a Massagno, Forum Crisalide a Verbania e Como, precisa la RegioneTicino) aventi come scopo quello di dare apparente lustro scientifico alle competenze professionali e accademiche del Bernasconi, in realtà inesistenti".

Nei confronti della SanaVita di Bre­ganzona il Procuratore Fadda scrive: "La struttura veniva presentata come all’avanguardia nella cura delle gravi patologie psichi­che connesse ai disturbi dell’ali­mentazione (...) benché si trattas­se di strutture prive di adeguate risorse mediche e infermieristi­che, e le terapie praticate si ridu­cessero di fatto alla sommini­strazione incontrollata di psico­farmaci e all’applicazione di pratiche dagli eloquenti nomi di ‘teatroterapia’, ‘ludoterapia’, ‘shopping terapia’ e ‘massaggio pubico’".

Inoltre "il circuito im­prenditoriale facente capo al Bernasconi – scrive Fadda – otte­neva il pagamento di ingenti somme (nell’ordine di 300 fran­chi svizzeri per ogni giorno di ri­covero, oltre alle spese per le se­dute individuali con il sedicente ‘professore’ e a diversi extra) o, quale alternativa prospettata agli ospiti meno abbienti, l’inse­rimento di questi ultimi nell’or­ganigramma delle aziende per l’espletamento di mansioni lavo­rative non retribuite".

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