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VAUDBenoît Violier, una perdita «immensa»

01.02.16 - 12:06
«Era un uomo profondamente vero, fedele a se stesso», ha dichiarato il Consigliere di Stato Philippe Leuba
Benoît Violier, una perdita «immensa»
«Era un uomo profondamente vero, fedele a se stesso», ha dichiarato il Consigliere di Stato Philippe Leuba

LOSANNA - L'annuncio della morte di Benoît Violier, il rinomato chef del ristorante Hôtel de Ville di Crissier, nel canton Vaud, ha profondamente scosso oggi il mondo della gastronomia. Un minuto di silenzio è stato osservato a Parigi nel corso della presentazione della Guida Michelin, cerimonia alla quale - stando a diverse fonti - avrebbe dovuto partecipare. Per il Consigliere di Stato Philippe Leuba, la morte di Violier è «una perdita immensa» per il Cantone.

Propagatasi nella tarda serata di ieri sulle reti sociali, la notizia del decesso è stata confermata stamani dalla polizia cantonale vodese. Il chef di 44 anni «ha messo fine ai suoi giorni con un'arma da fuoco», è stato precisato. Un'inchiesta è stata aperta per stabilire le circostanze esatte della morte, mentre la famiglia ha chiesto di essere lasciata tranquilla in modo da potersi raccogliere «in calma e pace». Lo chef lascia la moglie e un figlio.

Violier è stato il terzo cuoco "stellato" alla guida dell'Hôtel de Ville di Crissier, dopo Fredy Girardet e Philippe Rochat, deceduto in luglio durante un malore che lo aveva colpito mentre andava in bicicletta. Sotto la direzione del 44enne, il ristorante si è visto attribuire "tre stelle", cioè il massimo riconoscimento, dall'edizione svizzera della guida Michelin, la bibbia della gastronomia. In dicembre, l'Hôtel de Ville di Crissier era stato designato miglior ristorante del mondo stando alla classifica francese "La Liste".

Secondo il Consigliere di Stato Philippe Leuba il defunto chef «era un uomo profondamente vero, fedele a sé stesso. Avrebbe potuto aprire quattro o cinque ristoranti nel mondo intero, ma non lo ha fatto per via del profondo legame con il suo territorio». Molto commosso, Girardet ricorda un allievo «che ho amato molto, un giovane brillante con un potenziale di lavoro impressionante».

«Sono stato io a mandare Benoît da Fredy» riferisce al giornale 24 Heures Joël Robuchon, lo chef francese che ha riunito finora il maggior numero di stelle. «Un anno fa abbiamo mangiato nella cucina dell'Hôtel de Ville con Fredy, Philippe e Benoît. Ora rimane soltanto Girardet. È come se questa casa fosse maledetta», commenta.

Le cause del suicidio di Benoît Violier restano per ora misteriose, ma la pressione costante subita dagli chef "stellati" è attestata dall'ex capocuoco del Pont-de-Brent (VD) Gérard Rabaey, che aveva ottenuto pure lui "tre stelle" Michelin e 19 punti dalla guida GaultMillau (su un massimo di 20).

«Benoît era un appassionato, un perfezionista incredibile. Se ci fosse una quarta stella Michelin l'avrebbe ottenuta, ma dormiva soltanto cinque ore per notte», rileva Rabaey, ritiratosi cinque anni fa. La morte di Violier ricorda il suicidio, avvenuto nel febbraio 2003 all'età di 52 anni del cuoco francese Bernard Loiseau, anch'egli un "tre stelle".

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