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SVIZZERA / GERMANIAFisco, nervi tesi tra Berna e Berlino

05.02.10 - 19:28
Ancora falle nel sistema bancario elvetico e Consiglio federale sotto tiro per la mancanza di una strategia chiara
Fisco, nervi tesi tra Berna e Berlino
Ancora falle nel sistema bancario elvetico e Consiglio federale sotto tiro per la mancanza di una strategia chiara

BERNA - Il contenzioso fiscale tra Svizzera e Germania ha provocato una nuova falla nel segreto bancario elvetico. Mentre il Consiglio federale e gli istituti finanziari cercano di correre ai ripari, diversi partiti deplorano l'assenza di una strategia chiara. E intanto continuano le speculazioni sulla portata e sulla provenienza dei dati rubati, che Berlino ha deciso di acquistare. E potrebbero non essere gli ultimi.

I dati bancari esaminati nel Land Nordreno Vestfalia in merito a conti svizzeri di presunti evasori tedeschi dovrebbero permettere al fisco di Berlino e dei Länder di recuperare 400 milioni di euro (circa 590 milioni di franchi), afferma la "Süddeutsche Zeitung", che si basa su informazioni non ufficiali. Il dato è nettamente più elevato della stima di 100 milioni - pure non ufficiale - ventilata finora.

Rifacendosi a fonti concordanti, il giornale tedesco insiste inoltre nel sostenere che i dati provengono da Credit Suisse, nonostante le smentite dell'istituto interessato. Il giornale cita una stima interna della banca secondo cui gli evasori tedeschi con conti in Svizzera sarebbero fino a 100'000, con fondi totali di 34 miliardi di franchi.

Le banche elvetiche dal canto loro respingono le accuse di agevolare attivamente l'evasione fiscale. Il Credit Suisse, ad esempio, raccomanda ai propri clienti di fare di tutto per legalizzare eventuali patrimoni "in nero", ha indicato il portavoce Marc Dosch. Anche la Banca cantonale di Zurigo e la Julius Bär escludono di maneggiare denaro sporco, consigliando immediatamente ai nuovi clienti di regolarizzare tali fondi.

Partiti e banchieri coi nervi tesi - Il contenzioso fiscale con la Germania ha riacceso il dibattito pubblico sul ruolo del segreto bancario svizzero che - stando al ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble in un'intervista alla "Süddeutsche Zeitung" in edicola domani - "è sull'orlo del tramonto".

In dichiarazioni alla stampa, il presidente del Partito socialista Christian Levrat ha deplorato una disfatta su tutta la linea, mentre il suo omologo liberale-radicale Fulvio Pelli ha auspicato un'analisi più lucida della situazione. E mentre l'organizzazione non governativa "Dichiarazione di Berna" caldeggia lo scambio automatico di informazioni, i rappresentanti dei banchieri preferiscono puntare su un'imposta alla fonte su tutti i redditi generati dalla sostanza.

L'Associazione svizzera dei banchieri (ASB) invita inoltre la Confederazione ad esigere il nome dell'informatore anonimo che ha offerto i dati alle autorità tedesche, ha affermato Urs Roth, direttore dell'ASB, in un'intervista alla "Berner Zeitung". Pur non chiedendo la sospensione dei negoziati in corso sull'accordo di doppia imposizione, Roth auspica che la Confederazione aumenti la pressione sulla Germania, vincolando la ratifica a precise condizioni.

MPC non ha avviato procedimento penale - Sul fronte giudiziario, le autorità elvetiche non hanno ancora avviato alcun procedimento penale per far luce sul furto di dati bancari offerti alla Germania. Al momento non vi sono elementi sufficientemente concreti, ha indicato il Ministero pubblico della Confederazione (MPC).

Malgrado le speculazioni, non è infatti noto neppure il nome della banca cui sarebbero stati sottratti i dati. L'MPC non ha precisato se, a tale proposito, siano in corso chiarimenti, ad esempio attraverso la polizia criminale federale o le autorità istruttorie cantonali.

Consiglio federale potrebbe chiedere copia CD - Una volta avviato un procedimento penale, l'MPC potrebbe inoltrare alla Germania una domanda di assistenza giudiziaria al fine di mettere le mani sui dati rubati. Ciò era successo nel caso della succursale ginevrina della banca britannica HSBC, in cui un ex dipendente aveva sottratto informazioni bancarie poi fornite alla Francia.

Anche la presidente della Confederazione Doris Leuthard, in occasione di un incontro tra una delegazione governativa e i vertici dei partiti di governo alla Casa von Wattenwyl, ha ventilato la possibilità di richiedere a Berlino una copia del CD contenente i dati scottanti. Ciò permetterebbe pure di conoscere a chi si riferisce un'eventuale domanda d'assistenza proveniente dalla Germania. In tal caso vi sarebbe la possibilità di respingerla, qualora si basasse effettivamente su dati rubati.

Altri dati scottanti - Altri dati riguardanti potenziali evasori fiscali con conti in Svizzera sono intanto emersi anche nel Baden-Württemberg: "li stiamo esaminando in cooperazione con Berlino", ha dichiarato un portavoce del Ministero delle finanze del Land all'agenzia di stampa tedesca dpa. Stando alla "Frankfurter Rundschau", si tratta di dati riguardanti 2'000 presunti evasori fiscali, clienti di diverse banche e assicurazioni elvetiche.

ATS

 

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