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CHALLENGE LEAGUELivio Bordoli: "Lugano? Adesso mi godo la famiglia"

13.10.15 - 15:16
Il ticinese non è più l'allenatore dell'Aarau: "Non me l'aspettavo. La squadra arriva da cinque risultati positivi e ha la difesa migliore del campionato"
Livio Bordoli: "Lugano? Adesso mi godo la famiglia"
Il ticinese non è più l'allenatore dell'Aarau: "Non me l'aspettavo. La squadra arriva da cinque risultati positivi e ha la difesa migliore del campionato"
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AARAU - L'avventura di Livio Bordoli sulla panchina dell'Aarau è finita. Il tecnico ticinese ha pagato l'ultima posizione in Challenge League a pari merito con il Le Mont, anche se bisogna dire che la classifica della Lega cadetta è molto corta. Dalla seconda posizione occupata dal Bienne e dal Chiasso (16 punti), all'ultima (12) ci sono infatti solo 4 punti.

Livio Bordoli, come ti senti?
"Sono abbastanza sorpreso, perchè non me l'aspettavo. Fino a settimana scorsa c'erano due settimane di pausa per prendere una decisione e invece la società mi aveva dato piena fiducia. Poi abbiamo giocato un'amichevole contro la nazionale svizzera U20 e abbiamo vinto 3-1, più una fuori casa contro il Thun dove abbiamo pareggiato 0-0. I presupposti erano buoni e il gruppo era molto affiatato. Non c'era il sentore di questo esonero, un po' mi ha sorpreso. Se fosse stato un mese e mezzo fa avrei capito perché non c'erano i risultati, pero la squadra arriva da una striscia di cinque risultati positivi e ha la miglior difesa di tutto il campionato. Purtroppo nonostante abbiamo creato tanto gioco, abbiamo pagato la sterilità sotto porta dei nostri attaccanti, i due stranieri non hanno infatti segnato nessuna rete in 11 partite".

Come ha motivato la società questa scelta?
"In primis i risultati, nonostante in classifica l'Aarau si trovi a 4 punti dalla seconda, poi qualche divergenza nelle vedute. In ogni caso non avevo bisogno di spiegazioni, nel calcio un allenatore deve capire e accettare certe situazioni che fanno parte di questo sport. Inutile cercare scuse e accetto questa decisione, anche se due partite fa, dopo la sfida contro lo Sciaffusa, la società mi aveva dato piena fiducia. Mi avevano detto che c'era una buona tendenza e che bastava sbloccarsi davanti, dopodiché avremmo ingranato. A inizio stagione il club ha dichiarato come obiettivo di centrare subito la promozione e ho quindi pagato l'ultima posizione attuale, ma la classifica è talmente corta che bastano due vittorie per essere secondi. Qualunque squadra potrebbe allora licenziare il proprio allenatore. Non hanno avuto pazienza, peccato".

Com'era il feeling con la squadra?
"Avevamo una bella squadra, dovevamo andare sul mercato a gennaio per un attaccante e saremmo stati a posto. In tutto questo tempo poi bastavano anche solo due reti a testa per gli attaccanti che avevo a disposizione e avremmo avuto qualche punto in più. E invece niente, non sono riusciti a farne nemmeno uno. Ero molto contento ad Aarau e dopo i problemi iniziali, anche a livello di contingente, c'era negli ultimi tempi una tendenza al positivo. Non è mai facile rimettere immediatamente in sesto una squadra sfaldata dalla retrocessione". 

Un futuro al Lugano?
"Adesso mi godo la famiglia".

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