Angelo Renzetti, presidente del Lugano, ha spiegato le motivazioni che hanno portato all’addio tra il club bianconero e l’allenatore, Livio Bordoli
LUGANO - Ciò che si immaginava negli ultimi giorni è diventato realtà in un pomeriggio di giugno: Livio Bordoli, il tecnico che ha riportato il Lugano in Super League dopo un’assenza di 13 anni, non allenerà i bianconeri l’anno prossimo. La decisione, arrivata questo pomeriggio, è stata presa di comune accordo tra il tecnico verzaschese e il presidente Renzetti.
“È stata la decisione migliore sia per Livio, che potrà così guardarsi intorno e scegliere la soluzione migliore per il suo futuro, che per me: non me la sentivo di iniziare la Super League senza che i vari aspetti da sistemare anche all’interno del gruppo fossero aggiustati. I tempi sono molto brevi… fra quindici giorni si ricomincia”, ha spiegato Angelo Renzetti.
I problemi riscontrati tra i giocatori e il mister hanno quindi pesato sulla scelta finale… “Ho analizzato tutti i piccoli problemi e ho preso questa decisione. È come quando una persona fa un’arrampicata e durante l’ascesa si sbuccia le ginocchia e i gomiti. Se dopo una breve pausa bisogna ripartire, è difficile farlo con le ferite ancora aperte….”, ha sottolineato metaforicamente il numero 1 bianconero.
È quindi partito il toto-allenatore e il presidente del Lugano si è leggermente sbottonato. “Si, Sforza è uno dei papabili. Alla fine non sono tanti gli allenatori che si stanno svincolando o che sono liberi: inizieremo il giro delle consultazioni a breve. Sicuramente il prossimo mister del mio Lugano sarà svizzero; alla base non c’è la necessità di aver un allenatore che conosca perfettamente la Super League”.