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PeopleALLERGIE: STUDIO ITALIANO, BOOM DI RINITE ALLERGICA TRA BIMBI E RAGAZZI

01.06.07 - 16:10
ALLERGIE: STUDIO ITALIANO, BOOM DI RINITE ALLERGICA TRA BIMBI E RAGAZZI

Roma, 1 giu. (Adnkronos Salute) - Negli ultimi cinque anni il numero di bambini e ragazzi che soffrono di rinite allergica è aumentato di oltre il 5%. E se il trend di crescita rimarrà costante, entro il 2020 il 50% dei bimbi e adolescenti dovrà fare i conti con naso che cola e occhi rossi tutto l'anno. Questi i risultati di uno studio italiano condotto dall'Azienda ospedaliera universitaria San Martino e dall'università degli Studi Genova, pubblicato su 'Pediatrics' e presentato oggi al convegno 'Asma bronchiale e rinite allergica, un update dopo 10 anni', in corso nel capoluogo ligure.

Da un lato aumentano le manifestazioni allergiche, dall'altro - avvertono gli esperti convenuti a Genova - diminuiscono le difese contro il 'mix' micidiale di pollini senza più stagioni e inquinamento urbano. "Lo studio - spiega Walter Canonica, direttore della Clinica di Malattie dell'apparato respiratorio e allergologia dell'ateneo genovese, e promotore del convegno - ha scattato una fotografia più che attendibile della presenza dei sintomi da rinite allergica nella popolazione giovanile italiana. E grazie alla comparazione con i dati preesistenti relativi al 1994/95, è riuscito a tracciare per la prima volta la tendenza all'aumento del fenomeno allergie e riniti allergiche. Secondo i nostri dati - continua Canonica, che nel 2008 diventerà presidente Wao (World Allergology Organization) - negli ultimi cinque anni si è registrato un incremento maggiore del 5%". In base ai dati demografici dell'Istat relativi al 2003, i ragazzi e i bambini in Italia sono circa 8 milioni. Ebbene, gli esperti hanno riscontrato riniti allergiche in un milione e 549 mila bimbi tra i 6 e i 7 anni, e in un milione e 553 mila ragazzi tra i 13 e i 14. Comparando i dati dal 1994 al 2002, si è registrato un incremento maggiore di riniti allergiche nei bambini (+5,2%) che negli adolescenti (+4,1%).

Le allergie peggiorano la qualità della vita, sottolineano gli esperti riuniti a Genova. Se a scatenare le reazioni sono i pollini, in genere a soffrirne sono occhi, naso e talvolta bronchi. Anche con attacchi d'asma. "La pollinosi, cioè l'allergia ai pollini, compromette la capacità di studio, di lavoro, di compiere sport e altre attività all’aperto. In più i cambiamenti climatici in atto lavorano 'contro', prolungando la stagione rispetto al passato. Per esempio - ricordano gli allergologi - studi riportano un aumento, negli ultimi anni, del polline di betulla, ambrosia e cedro. Altri rivelano che l'ambrosia produce più polline in ambiente urbano, più caldo e ricco di CO2, che in campagna".

La temperatura influenza anche il calendario di pollinazione: in generale, le piante in città fioriscono 2-4 giorni prima rispetto all'ambiente rurale. A causa dell'aumento termico globale, alberi come il nocciolo, la betulla, l'ontano, l'ulivo ed erbe come le graminacee e la parietaria tendono ad anticipare l'inizio della pollinazione di circa un giorno ogni anno. E si osserva anche un prolungamento del periodo di pollinazione: la parietaria ora produce pollini nei primi mesi di autunno in regioni ove normalmente la fioritura cessava a fine settembre. Infine, i pollini si fondono con l'inquinamento, in particolare con le polveri sottili Pm10.

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