ITALIAEmilio Fede: "Una vendetta di Lele Mora"

LUGANO - "E' una vendetta di Lele Mora". Emilio Fede sta adottando la strategia della difesa ad oltranza, e senza esclusione di colpi. Il direttore del Tg4 è accusato da alcuni organi di stampa italiani di aver portato in Svizzera 2,5 milioni di euro in contanti. Somma che sarebbe stata rifiutata da una banca di Lugano, in quanto non si sarebbe potuto risalire alla provenienza del denaro.

"Carenza di idonea documentazione" si legge nella segnalazione, anonima ma particolareggiata, che ha fatto scattare l'indagine. La segnalazione è giunta alla Guardia di Finanza di Como, che ha passato la palla a Roma. La procura della Capitale ha aperto un fascicolo per riciclaggio, anche se Fede al momento non è indagato.

Fede promette querele, ma l'inchiesta giornalistica prosegue. Su "La Stampa" e "Corriere della Sera" si afferma che l'auto che avrebbe portato Fede a Lugano apparterrebbe al parco macchine romano di Mediaset. Il giornalista dichiara di non mettere più piede in una banca luganese dallo scorso agosto, per le indagini legate alla vicenda della presunta "cresta" sul prestito di Berlusconi a Lele Mora.

E proprio l'ex amico sarebbe responsabile della diffusione della vicenda, attacca Fede, che si sente al centro di un complotto che vuole estrometterlo dalla sua posizione di direttore del Tg4. "Sono convinto che alla fine quando si scoprirà chi e perché ha voluto farmi questo scherzetto, tutto ciò si trasformerà in un boomerang contro chi ha voluto farmi del male".

Fede aggiunge di aver ridotto di molto le sue visite a Lugano, dove ha anche una casa che non usa più da tempo: "Negli ultimi tre o quattro mesi, ma la data esatta non me la ricordo, sono stato a Lugano una sola volta, a cena da una mia amica sposata con uno dei più noti avvocati di Lugano".