Al momento si fa strada l'ipotesi di malore o di colpo di sonno dell'autista
MESTRE - Il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi ha dichiarato in conferenza stampa che l'autobus caduto dal cavalcavia di Mestre ha sfregato per 50 metri contro il guardrail «prima della sterzata che ha determinato la caduta». Inoltre «non risultano segni di frenata o di impatto con altri veicoli». Stando alle dichiarazioni del procuratore, dunque, è possibile escludere, almeno per il momento, la pista dell'auto pirata coinvolta nell'incidente.
Cherchi ha inoltre sottolineato l'importanza dei risultati dell'autopsia (non ancora pubblicati) dell'autista del bus, morto nell'impatto. È possibile che quest'ultimo abbia avuto un malore o un colpo di sonno mentre guidava. Una tesi, quest'ultima, che però che è contestata dalla società di autobus.
L'amministratore delegato della ditta proprietaria dell'autobus, Massimo Fiorese, ha descritto l'autista come una persona «provata dall'esperienza» e ha aggiunto che si sottoponeva «periodicamente alle visite richieste», aggiungendo che l'autista stava riportando in campeggio a Marghera i passeggeri che avevano prenotato la corsa delle 16: «La sfortuna ha voluto che sia salito anche qualcuno che non aveva prenotato e quando ha visto l’autobus arrivare, bello grande, con tanti posti, è salito lo stesso», ha dichiarato scosso dall'accaduto.
Il presidente del Veneto Luca Zaia, parlando dell'autista, ha dichiarato: «È un giovane del mio territorio, una persona conosciuta e stimata». Per poi aggiungere: «Lascerei ai tecnici la ricostruzione della dinamica. (...) Ho visto personalmente cosa può accadere quando una persona si sente male al volante, il che potrebbe spiegare l'incidente del pullman».