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ITALIA«Voglio che mi guardi e veda cosa ha fatto»

14.04.17 - 12:39
Le prime dichiarazioni di Gessica Notaro, ex concorrente di Miss Italia sfregiata con l'acido dall'ex fidanzato
«Voglio che mi guardi e veda cosa ha fatto»
Le prime dichiarazioni di Gessica Notaro, ex concorrente di Miss Italia sfregiata con l'acido dall'ex fidanzato

MILANO - Il suo nome è Gessica Notaro, ex concorrente di Miss Italia 28enne che ha trascorso due mesi nell’ospedale di Cesena, dopo essere stata sfigurata con l'acido dal suo ex fidanzato Jorge Edson Tavares, incontrato tre anni fa al delfinario di Rimini.

La sua è una di quelle storie che fanno riflettere. La sua vita è cambiata completamente. Da modella e aspirante ex cantante, oggi è costretta all'attesa. Deve aspettare un anno prima sottoporsi ad un intervento di chirurgia plastica. Lo fa coperta da una maschera, mentre spende oltre 700 euro al mese per medicine, gocce per gli occhi e lozioni che l’aiutano a sopportare il dolore. 

Al "Mail On Line" ha voluto rilasciare la prima intervista da quando ha lasciato l'ospedale. «Ho fatto i miei due mesi di prigione. La mia vita non sarà più come prima. Non posso prendere il sole, sono costantemente intrappolata in questa machera e la mia faccia fa male tutto il tempo. Ho speso tutti i miei soldi per le medicine, ogni mezz’ora devo mettere le gocce agli occhi, idratare la pelle. Non posso fare il mio lavoro perché non posso entrare in acqua».

 «Quando starò meglio - prosegue -, avrò comunque ferite interiori per il resto della mia vita. Avrò sempre paura di uscire dalla mia macchina e camminare verso casa, perché rivivrò quella scena ancora e ancora. La mia faccia è rovinata ma la mia bocca e il mio naso sono intatti. Mi riconosco allo specchio. Da un occhio vedo e la cosa più importante è che non ho perso la mia voce. Ho rischiato di perderla perché l’acido mi è finito in bocca ma sono stata veloce a sputarlo fuori».

Jorge, secondo la ragazza, era un fidanzato esemplare. Tutto è cambiato quando la loro relazione si è interrotta. «E’ andato fuori di testa. Conosceva il mio programma di lavoro e tracciava i miei movimenti. Se arrivavo due minuti in ritardo sul lavoro, mi mandava messaggi "Perché non sei qui?", "Con chi sei?". Continuava a minacciarmi anche quando si era trovato un’altra ragazza. Io invece ero rimasta single, perché temevo per la mia sicurezza e per quella di un eventuale fidanzato. Volevo incontrare qualcuno e riprendermi la mia vita, ma avevo troppa paura. Lui mi seguiva ovunque, non mi lasciava mai sola. Inscenò anche un finto suicidio. Venne a casa mia con una corda e finse di impiccarsi al cancello».

Alla fine arrivarono le minacce: «Mi disse che mi avrebbe tirato l’acido. Lavoravo al delfinario dove l’acido si usa per pulire i filtri, quindi chiesi all’uomo che se ne occupava che cosa avrei dovuto fare, in caso fossi stata davvero attaccata. Avrei dovuto lavarmi subito la faccia? Mi consigliò di non farlo perché alcuni acidi fanno buchi sulla pelle se entrano in contatto con l’acqua. Dissi anche ai miei colleghi che volevo tenere un casco in macchina, perché avevo paura a camminare dal parcheggio a casa».

Inutile denunciarlo alla polizia. Si limitarono a dirle di stargli lontano. Lui la trovò il 10 gennaio, in una sera in cui la ragazza si era fatta coraggio ed era uscita con degli amici. «Ero già in tensione perché mia madre aveva telefonato avvertendomi che lui mi aveva cercata per parlarmi urgentemente. Mi aspettavo un confronto, non quello che successe. Credo si fosse nascosto dietro altre macchine e abbia strisciato fin dietro la mia. Appena misi la testa fuori dal finestrino lo vidi venire verso di me e tirarmi l’acido. Ho sentito la plastica della bottiglia sul mio viso. Ha alzato il braccio per essere sicuro di averlo versato tutto, fino all’ultima goccia. La mia faccia bruciava e subito persi la vista. Mi sentii disperata perché sapevo che più tempo passava più l’acido mi corrodeva. La notte dell’attacco pregavo “Portami via la bellezza o tutto quello che vuoi togliermi, ma lasciami i miei occhi”. Mi sono voluta vedere allo specchio presto. All’inizio mi hanno mostrato le fotografie, poi ho deciso di specchiarmi. All’inizio il mio viso era scuro e bruciato, una parte marrone scuro un’altra verde. Ero un po’ scioccata ma ho scelto di concentrarmi sugli occhi. Dicono che sia lo specchio dell’anima. Mi sono riconosciuta, sono ancora io».

Nel cuore di Gessica non c'è il desiderio di vendetta: «L’unica cosa che voglio - conclude - è che mi guardi e veda ciò che ha fatto».

 

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COMMENTI
 

volabas 7 anni fa su tio
l'italia è diventata il far west dell'europa, solo che nel F.W. potevano difendersi mentre in italia se ti difendi vieni condannato tu...ma roba da mat

volabas 7 anni fa su tio
occhio per occhio, dente per dente senza tanti pietosismi e buonismi del menga

cerea 7 anni fa su tio
Se fosse mia figlia, lo accopperei con le mie mani, andrei in galera contento di aver fatto giustizia di un simile verme. Sulla Polizia stendiamo un velo pietoso, oramai in Italia nessuno può più sentirsi al sicuro, è un paese allo sfascio in mano a criminali d'importazione che si sono aggiunti agli autoctoni.

mgmb 7 anni fa su tio
Questa povera ragazza é troppo buona, io al suo posto chiederei di mettere l'aggressore dentro una botte piena d'acido.

Yarkin17 7 anni fa su tio
Quali condanne per l'aggressore? non viene menzionato nulla?
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