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Ci sono diversi dubbi sulla morte della 28enne attivista di colore. Le autorità texane non credono alla versione ufficiale, il suicidio
DALLAS - Le autorità del Texas indagheranno sulla morte dell'attivista Sandra Bland, una donna afroamericana originaria dell'Illinois, vicino a Chicago, come se si fosse trattato di un omicidio. Secondo la versione ufficiale la donna di 28 anni si è suicidata in carcere tre giorni dopo essere stata arrestata durante un controllo stradale, ma la famiglia nutre parecchi dubbi e ha chiesto un'autopsia indipendente.
"Ci sono molte domande su questo caso", ha detto il procuratore Distrettuale della Contea di Waller, Elton Mathis, nel corso di una conferenza stampa. "Serve un esame approfondito e completo", ha aggiunto. Dall'ufficio dello sceriffo della Contea, invece, avevano fatto sapere che la morte di Sandra in una prigione di Hempstead, in Texas, era stata archiviata come suicidio, commesso utilizzando un sacchetto di plastica.
Bland era un'attivista per i diritti civili, e si trovava nella zona di Houston per iniziare un lavoro alla 'Prairie View A&M University'. Proprio in Texas, la giovane era stata arrestata tre giorni prima della morte durante un controllo stradale, durante il quale avrebbe tentato di aggredire il poliziotto che la stava ammanettando. Da un video dell'arresto, che dovrebbe essere reso pubblico a breve, emergerebbero invece circostanze non chiare, e un confronto duro da parte dell'agente. Per questo motivo, la famiglia della ragazza ha chiesto un'autopsia indipendente che possa chiarire se Sandra si è veramente suicidata o se dietro la sua morte c'è l'ennesimo comportamento violento da parte della polizia nei confronti di cittadini di colore.
