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REGNO UNITOCharlie Gard, Trump farà pressione sulla May

06.07.17 - 18:56
Il presidente Usa coglie l'occasione del G20 per chiedere il via libera al trasferimento del neonato in un ospedale negli Usa
Keystone / EPA
Charlie Gard, Trump farà pressione sulla May
Il presidente Usa coglie l'occasione del G20 per chiedere il via libera al trasferimento del neonato in un ospedale negli Usa

LONDRA - Non ha più confini la drammatica vicenda del piccolo Charlie Gard e viene discussa perfino durante il G20 di Amburgo. Secondo i media del Regno Unito, il presidente americano Donald Trump farà pressioni direttamente sulla premier britannica Theresa May per farle dare il via libera al trasferimento del neonato in un ospedale negli Usa, nel corso del vertice che si apre domani in Germania.

La Casa Bianca ha chiesto infatti un incontro bilaterale fra i due leader nel quale il capo di Stato statunitense tenterà di convincere il primo ministro a intervenire, sebbene quest'ultima abbia fatto capire, anche ieri alla Camera dei Comuni, di non voler interferire con le decisioni dei medici e dei tribunali inglesi che chiedono invece di staccare la spina al bimbo ricoverato per una malattia ritenuta incurabile presso il Great Ormond Street Hospital di Londra. Un portavoce dei Gard ha affermato che l'amministrazione Trump si sta impegnando molto in proposito ed è in contatto con la famiglia del neonato di 11 mesi, il centro pediatrico londinese, il governo britannico e il medico americano che è pronto a sottoporre gratuitamente il bimbo a una terapia sperimentale. «Il presidente Trump ha una profonda conoscenza di tutto il caso e il suo non è stato un tweet improvvisato», ha detto ancora il portavoce riferendosi al primo messaggio di solidarietà e di offerta di aiuto pubblicato dal presidente sul suo profilo Twitter.

Intanto la corsa di solidarietà internazionale, che ha visto la partecipazione anche dell'Italia e della Santa Sede, ha ridato grande speranza ai genitori, ha detto la madre di Charlie, Connie Yates, secondo cui Trump e il Papa «credono nella famiglia» e «nel nostro caso». E anche il leader laburista Jeremy Corbyn è intervenuto nella vicenda, offrendo la sua massima solidarietà ai genitori del neonato. «Mi sento assolutamente con loro», ha sottolineato il capo dell'opposizione, che afferma di non conoscere dal punto di vista medico la situazione ma che in quanto genitore è per lui del tutto comprensibile il tentativo di curare il neonato che stanno portando avanti i Gard contro il parere dei medici che vogliono invece staccare i macchinari che lo tengono in vita per non farlo più soffrire.

La proroga concessa venerdì scorso dai dottori di Londra continua ad andare avanti e di sicuro l'attenzione internazionale sul caso ha contribuito ad allungarla. La questione ora ripassa di nuovo alla premier May, già in forte difficoltà dopo l'insuccesso elettorale, gli attacchi terroristici e la tragedia della Grenfell Tower, e che ora si ritrova con le pressanti richieste di chi le chiede di andare contro i medici e i tribunali britannici.

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