Cerca e trova immobili

CANTONALI 2015“Utopia e valori, non solo numeri e soldi”

27.02.15 - 19:28
Germano Mattei, fondatore e coordinatore di Montagna Viva: “Per far rinascere le Valli moltiplicatore unico e progetti coraggiosi”
“Utopia e valori, non solo numeri e soldi”
Germano Mattei, fondatore e coordinatore di Montagna Viva: “Per far rinascere le Valli moltiplicatore unico e progetti coraggiosi”

LUGANO - "E' l'utopia che crea la realtà". E' il motto di Germano Mattei, il suo preferito. Il fondatore e coordinatore di MontagnaViva ama profondamente la sua Valle Maggia e le aree alpine in generale. E sogna un futuro radioso per le valli ticinesi, non senza scordare le sue radici, la sua storia. "Pensare che mio nonno dalla Valle Maggia per andare a Milano saliva ad Airolo per evitare di passare per il piano, perché c'era ancora la malaria", ci racconta durante l'intervista, in cui rilancia il suo appello affinché si restituisca alla periferia del Ticino l'importanza che gli spetta. "Un Cantone il nostro che è alpino, ma di fatto non lo è più da tempo" ci dice rassegnato. Mattei è stato sempre un grande appassionato di politica e non rinnega le sue origini: "Io, fondamentalmente, sono democristiano. Sono stato per oltre 25 anni nella Direttiva cantonale del PPD, vicepresidente delle Sezioni di Cavergno e del distretto valmaggese. Nel 1992 ho abbandonato la vita partitica. D'altronde sono sempre stato un lupo solitario, ho lavorato sempre in modo indipendente".

Mattei, perché ha deciso di tornare e di ripresentarsi dopo il quasi colpaccio di quattro anni fa?
"Otto anni fa è stata abrogata la Lim (Legge federale sull’aiuto agli investimenti nelle regioni montane, abolita nel 2007 ndr). In quel momento si è tracciata una linea oltre la quale alla montagna sono rimaste le briciole. A fare scattare la molla è stato il 19 gennaio del 2011: a Falò hanno trasmesso un servizio sul progetto delle rose ad Ambrì, poi fallito. E si è parlato di crediti non utilizzati per la politica regionale ritornati a Berna! In televisione, però, davanti alle telecamere non è intervenuto neppure un Consigliere di Stato. Un esempio che fa capire quanto il Governo si disinteressi della montagna".

Altrove è meglio?
"Sono stato Membro di Direzione Gruppo Svizzero regioni di montagna per anni e ho girato tutti i cantoni. Ebbene, alle riunioni in cui si affrontavano temi riguardanti la montagna partecipavano sempre dai due ai tre consiglieri di Stato".

Il Ticino è un cantone alpino?
"Sì, ma non lo vuole più essere, si vergogna di esserlo. Si parla sempre di città Ticino, di centri urbani, attorno ai quali ruotano tutti gli interessi politici ed economici del Cantone. Ma dobbiamo fare molta attenzione. Qualche anno fa avevo letto sul giornale una lettera di un turista tedesco che da oltre trent'anni trascorreva le sue vacanze in Ticino, in cui raccontava che anno dopo anno vedeva un cantone sempre più grigio, devastato e che la voglia di venire a visitarci gli stava passando".

E quindi?
"La montagna ha degli spazi e delle potenzialità di sviluppo favolose, non solo a livello turistico. In montagna si può vivere e si può lavorare. Dobbiamo cambiare mentalità e capire che il futuro del Ticino, soffocato dai capannoni e dal calcestruzzo, è la montagna, e su di lei bisogna scommettere".

In parlamento siedono diversi rappresentanti provenienti dalla montagna... Perché Montagna Viva?
"Io parlo spesso con i politici. E mi raccontano che quando vengono proposte delle idee di MontagnaViva vengono messi in un cantuccio, immediatamente".

Il comune di Cevio, qualche tempo fa, aveva lanciato una campagna pubblicitaria per attirare nuovi abitanti e di questi cartelloni ne avevano parlato anche i media. E' bastato?
"No. L'iniziativa di per sé era condivisibile e utile per far parlare della montagna. In verità ci sono state persone interessate, ma in loco non vi erano pronte risposte alle esigenze di queste persone. Noi tutti siamo chiamati ad impegnarci affinché venga creato lavoro, attraverso politiche a lungo termine. Mancano prospettive e visioni realizzate. Vede, far pubblicità a Cevio va bene, ma come si fa a proporre ai cittadini un'alternativa e pretendere di attirare i giovani quando poi si dice di "no" al progetto di parco nazionale?"

Per prospettive e visioni cosa intende?
"E' l'utopia a creare la realtà. Non basta qualche cartellone pubblicitario per fare rinascere una valle. Il collegamento valle Maggia-Leventina sarebbe una boccata di ossigeno per le due valli. Lei mi dirà: perché spendere soldi per progetti di questo genere? Io rispondo che abbiamo bisogno di idee che guardano lontano.  Anziché spendere centinaia di milioni di franchi per un nuovo ospedale cantonale, preferirei che questi soldi venissero spesi per lo sviluppo economico delle valli. E' triste vedere morire i nostri villaggi. E' triste perché questi bei villaggi sono fatti di bellissime case costruite con tantissimi sacrifici e amore da chi ci ha preceduto".

Torniamo al presente e alla dura realtà. La Coop di Bodio chiuderà i battenti. Montagna Viva appoggerà il Comitato che chiede il ripensamento su questa decisione?
"Certo. Dobbiamo mantenere i servizi utili alla popolazione anche in montagna, ma dobbiamo fare attenzione. Migros, per esempio, con il suo servizio ai paesi con gli autocarri, aveva offerto un servizio apprezzato, ma ha anche contribuito a fare morire i piccoli negozi di montagna. Forse sarebbe stato meglio investire i fondi di Migros, ma anche di Coop, per lo sviluppo in punti di riferimento e di servizio per le regioni periferiche e di montagna. Per finanziare la loro sopravvivenza".

Le problematiche della Valle di Muggio sono le stesse della Val Bavona?
"La Val Bavona dista da Locarno 35 km, Muggio è un realtà montana privilegiata, a due passi da Chiasso e Mendrisio. Ogni montagna e ogni valle è diversa. Da Lugano a Cavergno, dove abito, ci vuole un'ora e un quarto, un'ora e mezza di auto. Ma ne vale la pena".

Perché un elettore di città dovrebbe votare "Montagna viva?"
"Alle ultime elezioni dai centri urbani ticinesi sono arrivati centinaia di voti. Tra la popolazione vi è la sensibilità e la consapevolezza delle problematiche della montagna, evidentemente l’idea che promuoviamo piace. Potrei sembrare romantico ed utopico, ma sono certo che in montagna si potrebbero creare posti di lavori e di apprendistato, attraverso anche un migliore sfruttamento dell'idroelettrico, del telelavoro, della banda larga".

A proposito di potenzialità: ad Acquarossa vi è il progetto termale, che sembra un po' arenatosi...
"E' incredibile vedere come in questo cantone circolino i più grandi investitori del mondo. Ticinesi stessi sono menzionati tra le persone benestanti a livello nazionale e mondiale. E mi chiedo, con tutti questi imprenditori, questi banchieri, questi fiduciari in circolazione, come mai non si riesce a sviluppare progetti visionari nel nostro territorio, nelle valli. Invece succede che questi soldi si preferisce portarli alle Cayman e gli investitori che arrivano dall'estero, da Londra in questo caso, quando si accorgono che Acquarossa e il Ticino non sono il Regno Unito o New York se ne vanno. La politica, i magnati locali dovrebbero promuovere meglio la montagna, non aspettare che arrivino le chimere degli investitori dall'estero".

Lei quattro anni fa diceva che sarebbe necessario un moltiplicatore cantonale unico, al massimo dell'80%. Ci crede ancora?
"Sì, semplicemente per una questione di equità e pari opportunità. A Cadempino non penso che il moltiplicatore sia al 53% perché sono più bravi degli altri. Io ritengo che, se vi fosse un moltiplicatore unico, città e montagna avrebbero le stesse opportunità. Ma ciò non basta. Vede, a Linescio il moltiplicatore sta per essere portato al 65%, ma il sindaco abita a Locarno. A Bedretto il moltiplicatore è al 60%, ma basterebbe che andasse via qualche contribuente che ha trasferito il domicilio per mandare tutto all'aria. Questo per dire che nella politica non contano solo i numeri: far politica significa anche promuovere valori e battersi per i principi. La montagna è un grande valore, che non dobbiamo perdere. Con MontagnaViva diciamo che valli abbandonate e inselvatichite non possono essere uno scenario accettabile. Bisogna crederci, agire”.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE