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L'OSPITEAttorno all'aspetto scientifico dell'omosessualità

05.02.10 - 08:54
Marco Coppola, operatore MSM Aiuto Aids Ticino
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Attorno all'aspetto scientifico dell'omosessualità
Marco Coppola, operatore MSM Aiuto Aids Ticino

Leggo con stupore l'articolo dal titolo "L'aspetto scientifico dell'omosessualità" pubblicato sul vostro portale il giorno 30/01/2010.
Speravo che il dibattito sull'omosessualità potesse riguardare la comprensione delle differenze e non l'origine dell'orientamento sessuale. Questo non perchè non siano importanti le ricerche, quanto perchè esiste un reale problema di intolleranza nei confronti delle minoranze che, nel caso di lesbiche e gay, crea un vero disagio legato alle difficoltà nell'accettazione del proprio orientamento sessuale proprio a causa dei pregiudizi sociali. Questo dibattito non ha a che fare con quanto riporta l'autore, dalla propaganda al progressismo, ma ad una profonda riflessione sui diritti fondamentali dell'individuo, sulla pari dignità che ogni persona dovrebbe vedersi garantita e quindi sulla lotta culturale e sociale nei confronti delle diverse forme di discriminazione.

L'autore sostiene l'importanza di trattare gli aspetti scientifici riguardanti l'omosessualità. Proprio lui stesso, nel descrivere il suo punto di vista e alcune teorie, dimentica completamente le regole fondamentali del metodo scientifico. Affermare che la propaganda gay abbia messo il veto sulla discussione scientifica del fenomeno, che la stessa abbia condizionato l'Organizzazione Mondiale della Sanità e abbia creato una psicosi sociale su questo o quel tema, oltre ad essere ridicolo è anche del tutto falso. È inaccettabile leggere queste affermazioni che non hanno assolutamente riscontro. Le allusioni non fanno, nè faranno mai parte, di un discorso scientifico, razionale e minimamente serio.

Le teorie citate nell'articolo non trovano soprattutto riscontro nella comunità scientifica internazionale che non decide attraverso idee o allusioni ma secondo evidenze scientifiche.
Vorrei ricordare compiutamente, proprio perch l'autore se ne dimentica nel suo scritto, che l'Organizzazione Mondiale della Sanità il 17 maggio del 1990 ha tolto l'omosessualità dall'elenco delle patologie, definendola successivamente come variante naturale della sessualità umana. Già a partire dal 1973 l'APA (Associazione degli Psichiatri Americani) si è occupata dell'argomento sostenendo che non vi fossero evidenze per considerare l'omosessualità come una patologia mentale o un disturbo.

L'omosessualità non è quindi nè una patologia e men che meno un disordine o un disturbo, come afferma l'autore. Il dott. Ciro Basile Fasolo dovrà, se desidera sostenere quanto riportato dall'autore, darne dimostrazione accorgendosi così che non ci sono elementi reali per farlo.
Non hanno altrimenti fondamento scientifico le terapie riparative dell'omosessualità. Lunico intervento psicologico condiviso dalla comunità scientifica come dice Antonella Montano in Psicoterapia con pazienti omosessuali (McGraw-Hill 2000) un aiuto ed un accompagnamento all'accettazione e alla scelta di sè e come rilevarsi gay o lesbica.
Consolidato che l'omosessualità non è nè una patologia nè un disturbo, possiamo discutere quanto vogliamo dell'origine dell'omosessualità o di quella dell'universo. Mi chiedo però leggendo questo articolo se il dibattito non stia sostanzialmente regredendo.

Marco Coppola
Operatore MSM Aiuto Aids Ticino

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