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TICINOTagli alla FFS Cargo, Frizzo preoccupato: "Sono i nostri maggiori clienti"

11.10.11 - 19:29
Soppressione di 200 posti entro il 2013. Frizzo si rivolge ai politici locali: "Non perdiamo altro tempo. Facciamo partire il centro di competenze"
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Tagli alla FFS Cargo, Frizzo preoccupato: "Sono i nostri maggiori clienti"
Soppressione di 200 posti entro il 2013. Frizzo si rivolge ai politici locali: "Non perdiamo altro tempo. Facciamo partire il centro di competenze"

BELLINZONA - La FFS Cargo sopprimerà circa 200 impieghi nell'amministrazione entro il 2013. Basilea la sede più toccata. Una diminuzione dei posti di lavoro che si sarebbe resa necessaria per raggiungere l'equilibrio finanziario e migliorare la competitività.

"Voglio innanzitutto rivolgere la solidarietà ai nostri colleghi che saranno toccati da queste misure, Ancora una volta chiamati alla cassa. Speriamo che abbiano la forza di reagire". A lanciare il suo messaggio di solidarietà è il presidente del comitato di sciopero delle Officine FFS di Bellinzona, Gianni Frizzo. Ci dice che, anche se dal 1° gennaio del 2009 a Bellinzona sono passati sotto la divisione "Passeggeri", l'attività delle Officine è intimamente legata a quella di FFS Cargo. "E' il cliente più grande, quello che ci porta più commesse" ha spiegato Frizzo.

Questa decisione di FFS Cargo come può essere interpretata?
"Il taglio sul personale è una politica che ci indigna e ci fa impressione. Un'azienda di trasporto pubblico come FFS Cargo opera in un settore attraverso il quale passa il futuro: trasferire il traffico stradale a quello della ferrovia".

Il comunicato parla di equilibri finanziario e competitività...
"E' una politica di taglio di posti di lavoro che continua da anni. Una volta colpiscono la base, quell'altra i colletti bianchi. E alla fin fine sono sempre posti di lavoro che se ne vanno. Le FFS entro il 2017 vogliono risparmiare mezzo miliardo di franchi. Saranno lacrime e sangue per tutti".

E la tavola rotonda? Qualcosa si muove nelle officine di Bellinzona?
"Siamo ancora in una fase di tavola rotonda che spero non si concluda. I problemi, infatti, sono ancora tanti. Se vogliamo dare un futuro alle Officine di Bellinzona non possiamo contare esclusivamente sulle commesse che arrivano da FFS Cargo. Potrebbero cambiare i tempi e noi ci ritroveremmo a bocca asciutta".

E' anche vero che senza FFS Cargo le Officine incontrerebbero grossi problemi. I clienti dove andarli a prendere?
"Attenzione. Le potenzialità delle Officine sono enormi. Ma dobbiamo agire e strutturarci in modo tale da poter stare in piedi con lenostre gambe".

Della serie: "Buttiamoci sul mercato"?
"E' un compitino che le FFS ci hanno dato in tavola rotonda. Ci hanno detto: se volete coprire i vostri costi e mantenere i volumi dovrete far capo a commesse da terzi. In altre parole acquisire lavoro. Non importa se da aziende pubbliche o private. Il nostro destino è legato a questo principio. Se non lo applicheremo moriremo. Ma dobbiamo rafforzare le nostre potenzialità e qualità. Dopo il disastro di Viareggio la qualità del prodotto offerto è d'obbligo. Affidabilità e puntualità, criteri che vanno oltre il mero criterio del costo".

C'è un piano industriale per raggiungere lo scopo?
"Più che un piano industriale manca una strategia. Le FFS agiscono in base alle proprie necessità. Ma chi deve pensare a una politica di sviluppo regionale siamo noi, sono i politici locali. Non si può chiedere alle FFS di fare una politica che vada oltre il loro mandato".

E il progetto di centro di competenze?
"Dobbiamo impegnarci tutti al massimo per farlo partire. Ciò significa garantire occupazione in Ticino, non solo alle Officine, ma anche a Biasca e Chiasso, dove esistono già importanti strutture ferroviarie da far ripartire. Le possibilità ci sono, ma non bisogna farsele scappare".

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