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CANTONEBertoli: "Gobbi crea confusione. Si spara alla schiena dei nostri negoziatori"

04.10.15 - 10:22
Il direttore del dipartimento Cultura si è pronunciato dopo le dichiarazioni del collega sulla Neue Zürcher Zeitung
Ti-Press
Bertoli: "Gobbi crea confusione. Si spara alla schiena dei nostri negoziatori"
Il direttore del dipartimento Cultura si è pronunciato dopo le dichiarazioni del collega sulla Neue Zürcher Zeitung

BELLINZONA - Le dichiarazioni di Norman Gobbi apparse sulla Neue Zürcher Zeitung hanno sollevato un polverone. "Si spara alla schiena dei nostri negoziatori che stanno trattando con l'Italia", ha commentato Manuele Bertoli sulle pagine del Il Caffè. Il presidente del governo Norman Gobbi ha definito le trattative sul fisco con Roma del tutto inutili. Numerose le interrogazioni inviate al Consiglio di Stato da parte di diverse formazioni politiche. Anche il direttore del dipartimento Cultura ha chiesto chiarimenti.

Bertoli spiega che dopo aver raggiunto due obiettivi importanti nei rapporti con l’Italia - eliminare l'agevolazione fiscale di cui beneficiavano i lavoratori d'oltreconfine, grazie alle differenti aliquote tra Italia e il nostro cantone, e trattenere in Ticino una quota maggiore dei proventi di questa imposizione - “improvvisamente il presidente del governo afferma che bisogna abbandonare la trattativa con l'Italia, mettendo in relazione diretta questioni che attengono non ai negoziati con Roma, bensì ai rapporti tra la Svizzera e l'Unione europea. La presa di posizione certamente andava discussa in governo".

In merito all’obbligo per i frontalieri di presentare l'estratto del casellario giudiziale e dei carichi pendenti, Bertoli ha spiegato che non ha nulla contro il primo documento, “sono invece perplesso su quello dei carichi pendenti, perché non rispetta il principio della presunzione d'innocenza. Fatto sta che l'iniziativa di Gobbi, la cui fondatezza giuridica è molto discussa, si è concretizzata mentre era in corso un negoziato già di per sé delicato e che per questo ha subito un rallentamento. Non vorrei che l'idea di abbandonare il negoziato sia stata proposta proprio per non dover fare marcia indietro sull'obbligo di presentare l'estratto del casellario giudiziale".

La preoccupazione del direttore del dipartimento Cultura è che queste uscite creino confusione, in tutte le direzioni, “si mescolano assieme problemi diversi o che sono solo in parte connessi tra di loro, per cui i cittadini non capiscono di cosa si sta parlando. Se ci si accorge solo ora  che l'Italia col nuovo accordo su frontalieri incasserà di più, o non si conosceva a fondo questo tema, oppure si è in malafede. Va ricordato, che siamo stati noi ad insistere per  rivedere il trattato sui frontalieri per cercare di contenere il dumping salariale".

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