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CANTONE«Non ho legato le alunne, le ho infiocchettate»

26.09.17 - 11:57
È in corso il processo all’ex maestro di Collina d’Oro in aula per i suoi metodi d’insegnamento
Archivio Fotolia
«Non ho legato le alunne, le ho infiocchettate»
È in corso il processo all’ex maestro di Collina d’Oro in aula per i suoi metodi d’insegnamento

BELLINZONA - In una quinta elementare aveva urlato, anche utilizzando parolacce, e lanciato oggetti come mazzi di chiavi, penne e matite. In una terza, nel 2014, aveva invece colpito degli allievi con uno straccio o un righello. E in un caso, nell’autunno dello stesso anno, aveva legato alla sedia tre alunne di otto anni. Mentre un quarto lo aveva fatto cadere a terra con un calcio. Questo è quanto si evince dal decreto d’accusa firmato dal procuratore generale aggiunto Antonio Perugini.

Questione di postura - Ma il 61enne, ex docente delle elementari di Collina d’Oro a processo in Pretura penale a Bellinzona davanti al giudice Siro Quadri, non ci sta. «Non le ho legate, le ho soltanto infiocchettate per farle stare sedute correttamente» sostiene, spiegando che lui stesso in passato aveva subito la ginnastica correttiva e che quindi dava importanza alla postura. «Ho utilizzato un filo di lana e ho fatto un nodo delle scarpe, una di loro si è subito liberata». Era un esercizio ludico e lo scopo era stato raggiunto, secondo il 61enne: «Ha reso attenti i bambini a come si sta seduti correttamente, in classe c’era un’atmosfera di divertimento».

«Non ho tirato un calcio» - Quello stesso giorno dell’autunno 2014, l’ex maestro – secondo il decreto d’accusa – avrebbe fatto cadere un alunno tirando un calcio alla sua sedia. Una versione, questa, che tuttavia il 61enne – difeso dall’avvocato Yasar Ravi – nega: «Non ho tirato un calcio, ho appoggiato un piede sulla base della sedia». E contesta anche altri episodi, in cui si parla di alunni colpiti con un righello e uno straccio, di un pizzicotto e di una matita appuntita premuta contro la testa.

Il lancio di oggetti: «Fatto precedente» - Per quanto riguarda invece le urla e il lancio di oggetti – fatti che l’accusa colloca nell’anno scolastico 2010/11 – l’imputato sostiene che questi sarebbero avvenuti in precedenza, sfociando poi in un’inchiesta amministrativa. «Ho alzato la voce, ho lanciato gomme. Ma negli anni prima, perché si trattava di una classe problematica e lo scopo era di richiamare l’attenzione». L’anno scolastico 2010/11, sostiene invece, «si può definire come normale».

La versione di allievi e genitori – In aula viene sottolineato a più riprese che il decreto d’accusa si rifà alla versione fornita dai bambini e dai genitori. In apertura del dibattimento, il legale del 61enne aveva inoltre parlato di violazione del principio contraddittorio. «Gli interrogatori sono stati fatti in assenza della difesa, chiedo che siano allievi e genitori siano reinterrogati». Una richiesta comunque non accolta dal giudice.

Nel primo pomeriggio la parola passerà alle parti.

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