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LUGANOL’USI sforna più disoccupati rispetto alle altre università?

25.06.14 - 06:36
Lo dice l’Ufficio federale di statistica. Ma l’ateneo luganese evidenzia la significatività molto relativa dei dati
Ti Press
L’USI sforna più disoccupati rispetto alle altre università?
Lo dice l’Ufficio federale di statistica. Ma l’ateneo luganese evidenzia la significatività molto relativa dei dati

LUGANO - L’Università della Svizzera italiana (Usi) è una fabbrica di disoccupati? Secondo i più recenti dati dell’Ufficio federale di statistica (Ust), un anno dopo la conclusione degli studi il 19,3% della trentina di diplomati Bachelor dell’ateneo luganese che ha scelto di non proseguire la formazione è ancora in cerca di un lavoro. Va invece meglio per chi ha conseguito il Master: in questo caso i disoccupati sono l’8%. Entrambi i dati ticinesi si posizionano così in fondo alla classifica delle università elvetiche, subito dopo gli atenei di Neuchâtel (per il Bachelor) e Ginevra (per il Master). Al primo posto si posizionano invece le università di Berna (1,9% di disoccupati dopo il Bachelor) e San Gallo (0,6% dopo il Master).

Ma l’Usi è davvero così scarsa?

“Premesso che ogni dato in tema è considerato con la massima attenzione e che anche un solo diplomato ancora in cerca di occupazione è uno sprone a fare meglio – ci dice Robin Creti del Servizio comunicazione dell’Usi – la vistosità della percentuale al Bachelor è dovuta al campione statistico molto ridotto. Ce lo conferma il dettaglio dei dati che abbiamo chiesto all’Ust (da noi verificato, ndr): di fatto questo 19% corrisponde, arrotondato, a cinque diplomati su un totale di 27 ‘attivi’, ovvero che non proseguono la formazione, ma lavorano o cercano un’occupazione. Sono numeri per cui un diplomato in più o in meno produce scarti di quattro-cinque punti percentuali. I dati raccolti dall’Ust ci dicono ad esempio che la gran parte dei 160 rispondenti ha proseguito gli studi”.

 

Sono quindi molti i diplomati Bachelor che decidono di proseguire.

“C’è da considerare d’altra parte che, nell’ambito accademico svizzero, il Bachelor è ormai un titolo intermedio, tanto che come Usi non consigliamo di approcciare il mercato del lavoro dopo il triennio. Dagli stessi dati dell’Ust si può vedere ad esempio che, in media, i non occupati dopo il Bachelor a un anno dal diploma sono di più per le università che per le scuole universitarie professionali. Al Master l’8% traduce, ponderato, a una cifra assoluta di 14 diplomati su 156 ‘attivi’, a loro volta compresi in un totale di 191 rispondenti (che considera anche chi prosegue la formazione o opta per altre scelte)”.

 

Come interpretare comunque i dati in questione?

“Raccoglierei un suggerimento dai dati stessi, che invitano a guardare anche le dinamiche dei diversi mercati del lavoro regionali: le università in Romandia e Ticino ‘soffrono’ di più di quelle della Svizzera tedesca (l’Epfl, che pure è una delle migliori scuole al mondo, ha un tasso di diplomati in cerca di occupazione del 6,5%). È una differenza che rispecchia il “Röstigraben” percepibile anche nei dati sulla disoccupazione più in generale. Il tutto sempre ribadendo che siamo qui per affrontare ogni dato relativo ai nostri diplomati con riflessioni rigorose e la volontà di migliorarci”.

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