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CALCIOIl presidente Giulini liquida Cavasin: "Situazione insostenibile..."

01.04.10 - 22:54
La sconfitta per 1-2 contro il Grasshopper ha segnato la fine dell'avventura di Alberto Cavasin sulla panchina del Bellinzona. Al suo posto Morinini, "un allenatore che conosce bene il calcio svizzero"
Ti-Press/Carlo Reguzzi
Il presidente Giulini liquida Cavasin: "Situazione insostenibile..."
La sconfitta per 1-2 contro il Grasshopper ha segnato la fine dell'avventura di Alberto Cavasin sulla panchina del Bellinzona. Al suo posto Morinini, "un allenatore che conosce bene il calcio svizzero"
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BELLINZONA – Cavasin esonerato e Roberto Morinini chiamato ad ereditare una squadra che mai ha convinto durante l'arco di questa stagione. Ecco in sintesi il verdetto scaturito dalla sfida tra Bellinzona e Grasshopper, il cui risultato di 1-2 passa completamente in secondo piano rispetto alla notizia del nuovo terremoto avvenuto giovedì sera sulla panchina granata.

“Il nostro rapporto di lavoro con Cavasin finisce stasera – ha commentato Giulini – la vita ed il calcio a volte sono crudeli, ma soli 3 punti nel girone di ritorno non sono decisamente quanto ci aspettavamo. A volte bisogna prendere delle decisioni difficili, ma c'è assolutamente bisogno di una scossa”. Come più volte evidenziato dai media, anche al presidente della società granata non è piaciuto l'atteggiamento mostrato dalla sua squadra nell'ultimo periodo: “L'allenatore è stato messo in condizione di lavorare, ma i risultati non sono arrivati. Non vorrei che giungessimo allo spareggio con questo spirito...”.

Al posto del trevigiano Alberto Cavasin, che sembra non aver preso molto bene la decisione della dirigenza, arriverà il tanto vociferato Roberto Morinini, che oltre al campo dovrà pensare anche a vincere la “sfida” con molti tifosi, che non vedevano di buon occhio un suo possibile arrivo. “Morinini era l'opzione più praticabile in questo momento – ci spiega Giulini – A noi ora serve un allenatore che conosca il calcio svizzero, e sono convinto che lui sia in grado di portarci ciò che ci serve”.

Alla fine fatale per Cavasin è stata una partita che avrebbe potuto finire molto diversamente, perché allo scoccare del novantesimo minuto Diana ha avuto sui piedi l'occasionissima per siglare il definitivo punto del vantaggio che avrebbe consegnato ai granata una vittoria che – finalmente – nel secondo tempo è stata cercata con impegno e convinzione. La beffa è invece arrivata una manciata di secondi più tardi in piena zona Cesarini, quando Zarate ha lasciato partire un tiro imprendibile che ha sorpreso l'incolpevole Gritti sul secondo palo.

La gara dei padroni di casa era iniziata immediatamente in salita a causa di un erroraccio compiuto in fase di disimpegno da Lima, che mancando clamorosamente il pallone ha permesso al giovane Ben Khalifa di involarsi tutto solo. Gritti, nell'abbozzare il disperato intervento, ha a sua volta collezionato una figuraccia facendosi passare il pallone sotto il corpo e consentendo poi all'attaccante zurighese di insaccare indisturbato.

La prima frazione di gara si è poi conclusa con un Bellinzona protagonista di una gara tutto sommato onesta ma costellata da un numero infinito di ingenuità e di errori individuali che spesso e volentieri hanno concesso agli avversari delle occasioni che verosimilmente nessun'altra squadra di Super League si sognerebbe di concedere in maniera tanto gratuita.

La reazione degli uomini dell'ormai ex Cavasin è arrivata immediatamente all'inizio del secondo tempo con Sermeter – oggi tra i migliori dei suoi – che dopo aver mancato il contatto con il pallone da buona posizione è riuscito a recuperare la sfera ed insaccare il gol che ha impattato la contesa. Sulle ali del punto del pareggio i ticinesi sono riusciti finalmente a proporre un calcio veloce e ficcante, sfiorando il secondo gol in più di un'occasione con Conti e Sermeter.

Come detto la beffa è però arrivata nel finale, quando Zarate ha gelato l'intero stadio Comunale ed ha di fatto messo fine all'avventura svizzera di Alberto Cavasin.

Foto d'apertura: Ti-Press/Carlo Reguzzi

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