Cerca e trova immobili

CANTONALI 2015"Trendy, ma coi piedi per terra"

23.02.15 - 19:26
La prima intervista ai presidenti di partito in vista delle elezioni cantonali del 19 aprile 2015 è a Franco Marinotti, presidente del Partito Verdi Liberali
"Trendy, ma coi piedi per terra"
La prima intervista ai presidenti di partito in vista delle elezioni cantonali del 19 aprile 2015 è a Franco Marinotti, presidente del Partito Verdi Liberali

LUGANO - La prima della serie di interviste ai presidenti di partito che precedono le elezioni cantonali del 19 aprile del 2015 è a un imprenditore. "Un imprenditore - tiene a specificare - di professione e DNA liberale". E della serie "non è mai troppo tardi", Franco Marinotti, membro fondatore dei Verdi Liberali, si affaccia alla politica attiva all'età di 60 anni. "Non ho un passato politico - ci racconta il presidente della sezione ticinese – ma da anni mi interesso e studio la politica locale e intendo la politica in genere come approccio globale ed attivo nella vita sociale di ognuno".

Marinotti racconta di essersi "avvicinato" ai Verdi Liberali un paio di anni fa, leggendo un articolo di giornale: "mi è piaciuta molto la loro proposta politica di combinare ecologia e liberalismo. Verdi e liberali - due parole che, aspettavo si unissero finalmente nel panorama politico ticinese. Espressioni di due tradizioni politiche moderne, il liberalismo e l’ecologia.".

Presidente, come è nata l'idea di fondare in Ticino una sezione di partito?
"Ho contattato il partito nazionale chiedendo come mai non ci fosse ancora una sezione in Ticino. Allora mi dissero che non vi erano i presupposti. Sei mesi dopo, la sorpresa: si sono rifatti vivi con un'e-mail. Ci siamo incontrati a Loreto e abbiamo formato un gruppo. Dopo circa un anno la sezione si è costituita ufficialmente in Ticino. Abbiamo prima trascorso molto tempo per elaborare le linee guida, affinché le stesse fossero in sintonia con il pensiero del partito nazionale e allo stesso tempo coerenti con il contesto
politico ticinese; un intenso lavoro di condivisione e di approfondimento".

Partito il vostro, che vede la presenza di ex rappresentanti dei Verdi...
"Sì tra i candidati, Domenico Zucchetti e Filomena Nina Ribi Benz".

Sul sito si legge una citazione, che lei considera tra le sue preferite: "Non appena qualcuno, a proposito degli affari di Stato, dice “che me ne importa?” Lo Stato è da ritenersi perduto.” Mi scusi, la citazione di chi è?
"J.J. Rousseau. Me l'aveva citata un amico, mi è piaciuta e ne condivido in pieno il senso".

Lei non crede nello Stato?
"Anzi io credo moltissimo nello Stato. In uno Stato forte, cioè efficiente e snello. E che deve ricoprire un ruolo strategico di primo piano, dettare le regole del gioco, lasciando però libertà di scelta e di azione all'individuo e all'economia e ciò in sintonia con il credo liberale che mi contraddistingue".

Appunto, lei è un imprenditore verde e liberale. Ormai anche la Coca-Cola si è buttata nel business del "green", lanciando una bevanda eco-friendly con tanto di etichetta di colore verde. Essendo un po' cattivo le potrei dire che ormai essere verdi è "trendy" ormai da tempo...
"No, essere Verdi non è trendy, ma sono trendy le strumentalizzazioni attorno all’ecologia praticate da chi ne trae solo benefici elettorali. Noi verdi liberali l'ecologia ce l'abbiamo però nel sangue. Non scordiamoci che noi nasciamo da una scissione con i Verdi ma rispetto a loro, condividiamo i valori liberali della crescita economica. “

E voi, invece?
"Noi siamo verdi pragmatici. Abbiamo i piedi per terra. Sosteniamo la crescita sostenibile, che tiene conto della società in cui viviamo. Siamo consapevoli che non possiamo pretendere di adottare soluzioni utopistiche e irrealizzabili, in contrasto con l'economia, pur essendo però responsabili e consapevoli sulla
limitatezza delle nostre risorse naturali".

I Verdi si sono battuti per anni per la fine del nucleare. Sembrava un'utopia e ce l'hanno fatta...
"Sì, e noi appoggiamo molte battaglie dei Verdi. Sussistono tuttavia però molte differenze tra noi e loro tra le quali per esempio noi siamo per una crescita sostenibile, loro vogliono la decrescita felice".

E' un liberalismo, il vostro, che tiene conto dello stato sociale?
"Sì, siamo una forza che tiene in dovuta considerazione la socialità. Un’economia socialmente equa è uno dei pilastri delle nostre linee guida".

Quanto vi ha pesato rinunciare alla definizione "Ticino"?
"Mi è dispiaciuto innanzitutto per i modi con cui ci è stato chiesto di togliere la parola "Ticino". Abbiamo presentato un reclamo nei termini di legge, ma dalla Cancelleria abbiamo ricevuto diverse telefonate in cui ci invitavano comunque a presentare entro lunedì la lista col nome modificato, altrimenti avremmo corso il rischio di un eventuale possibile stralcio della lista nel caso la decisione del CdS non fosse arrivata in tempo utile. A quel punto abbiamo deciso di non correre rischi consegnando le liste col nuovo nome pur evidenziando che lo facevamo malgrado il reclamo ancora in corso. Di solito quando si fa un ricorso si blocca tutto, in attesa di una decisione, e invece...".

In questo vostro esordio in politica a quale elettorato puntate e chi sono i vostri diretti avversari?
"Personalmente credo poco a strategie elettorali o a considerare avversari gli altri partiti. Il nostro pragmatismo ci spinge a cercare dialogo e soluzioni con chiunque possa condividere le nostre proposte, non importa se i nostri interlocutori siano di destra o di sinistra. Noi combattiamo per le nostre idee, ma non abbiamo voglia di trincee o di politiche di contrasto".

E i voti, dove andate a prenderli?
"Non ci sono strategie particolari in termini di bacino. Importante è comunicare, cercando di far conoscere correttamente le nostre posizioni. I voti verranno da chi si ritroverà nelle nostre proposte sia che venga da sinistra o da destra. Il nostro modo di fare politica è diverso proprio dovuto a quel connubio tra liberalismo ed ecologia. Non è uno slogan: ma un concetto politico ben preciso e di fatto non conosco forza politica che lo implementa. Perché quando c'è però da incidere veramente con scelte concrete che conciliano liberalismo ed ecologia, come sostituire l'IVA con una tassa ecologica, iniziativa dei Verdi liberali che voteremo il prossimo 8 marzo, noi ci siamo".

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE