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ATTUALITÀ SETTIMANALELe misure di stimolo della BCE sono tutt'altro che esaurite

10.11.14 - 16:47
Il consueto appuntamento con l'attualità settimanale di BSI
Le misure di stimolo della BCE sono tutt'altro che esaurite
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LUGANO - Ancora una volta la BCE è riuscita a sorprendere i mercati. A spiazzarli questa volta è stata la decisa smentita di divisioni all'interno del Consiglio direttivo. Draghi ha infatti sottolineato che la relazione introduttiva è stata “firmata all'unanimità da tutti i membri del Consiglio direttivo”. E la relazione introduttiva indicava, per la prima volta, che: “gli acquisti di attivi da parte della BCE avranno un effetto considerevole sul nostro bilancio le cui dimensioni dovrebbero tornare a essere quelle di inizio 2012”, o meglio, come Draghi ha successivamente specificato, "quelle vigenti a fine marzo 2012, dopo la seconda ORLT". Draghi ha, inoltre, sottolineato che il Consiglio direttivo continua a discutere le esperienze delle altre banche centrali con riferimento “sia alla dimensione che alla composizione del bilancio della BCE" giacché "strumenti diversi produrranno effetti diversi”. Questa osservazione ha messo in evidenza la diversa struttura dell'economia dell'UEM rispetto alle economie anglosassoni: la focalizzazione è, infatti, più sui prestiti alle banche che non sui finanziamenti diretti al mercato.

Inoltre, la relazione introduttiva ha reso noto che “qualora fosse necessario continuare a far fronte ai rischi insiti in un periodo eccessivamente protratto di bassa inflazione, il Consiglio direttivo s'impegna all'unanimità a utilizzare gli ulteriori strumenti non convenzionali previsti dal suo mandato. Il Consiglio direttivo ha incaricato i funzionari della BCE e i competenti comitati dell'Eurosistema di provvedere alla messa a punto tempestiva di ulteriore misure da attuare all'occorrenza.”

Questo è effettivamente un impegno forte a mantenere nel sistema un elevato grado di accomodamento della politica monetaria, anche perché nella sessione di domande e risposte Draghi non ha escluso che tra i possibili obiettivi di ulteriori acquisti di attivi possano esserci i titoli di Stato “purché non si configurino come un finanziamento monetario".

Parlando del contenuto della cena di ieri dove, secondo alcune notizie di stampa, sarebbero state espresse preoccupazioni sulla gestione del Consiglio direttivo da parte di Draghi, il Presidente ha reso noto che i banchieri centrali hanno discusso a lungo sui “resoconti pubblici” delle riunioni della BCE che saranno pubblicati a partire dal prossimo anno. Draghi ha sottolineato che lo scopo primario dei resoconti pubblici è quello di “informare il pubblico sui contenuti delle discussioni che si svolgono in seno al Consiglio direttivo e di aiutarlo a cogliere il messaggio della BCE”.

Nella sessione di domande e risposte si è sorvolato sul fatto che la relazione introduttiva riconosceva che "a partire dai mesi estivi, i dati e i risultati dei sondaggi hanno indicato complessivamente un indebolimento dell'impulso di crescita nell'area dell'euro e la necessità di rivedere al ribasso la crescita del PIL in termini reali sul previsto orizzonte temporale fino al 2016”, e che "permangono i rischi di ribasso”. Sul fronte dell'inflazione, lo scenario principale resta quello di valori persistentemente bassi nei prossimi mesi, seguiti da un graduale ritorno verso tassi di inflazione che si avvicinano all'obiettivo della BCE. Infine, sul versante monetario, malgrado l'ultimo sondaggio sugli impieghi bancari (Bank Landing Survey) indichi un allentamento degli standard creditizi, questi risultano “ancora restrittivi” ma “dopo il completamento della valutazione approfondita effettuata dalla BCE, ci si potrebbe attendere che un ulteriore rafforzamento dei bilanci possa contribuire a ridurre i vincoli all'offerta di credito e a promuovere maggiori impieghi”.

I mercati hanno reagito spingendo l'euro al ribasso rispetto a tutte le principali valute, CHF compreso. La moneta unica ha perso più di un’intera figura sullo USD scendendo temporaneamente sotto quota 1.24 prima di assestarsi appena al di sopra. I titoli di Stato hanno recuperato, soprattutto quelli dei paesi periferici, e lo spread Treasury-Bund è leggermente aumentato. Le azioni europee hanno annullato le perdite precedenti e sono passate in territorio positivo. La politica monetaria dell'UEM continuerà a fornire il maggior numero di stimoli possibili all'economia, il che dovrebbe tradursi in un'ulteriore pressione al ribasso sull'euro e sui rendimenti obbligazionari, favorendo al contempo gli attivi più rischiosi.

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