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IRAQI Pehsmerga spezzano l'assedio Isis sul Monte Sinjar

19.12.14 - 20:04
Si tratta della più vasta offensiva delle forze anti-Isis in questa parte del Paese dall'estate scorsa, quando i jihadisti si erano impadroniti di vaste regioni
I Pehsmerga spezzano l'assedio Isis sul Monte Sinjar
Si tratta della più vasta offensiva delle forze anti-Isis in questa parte del Paese dall'estate scorsa, quando i jihadisti si erano impadroniti di vaste regioni

BAGHDAD - I miliziani curdi peshmerga, appoggiati dall'esercito di Baghdad e dai raid aerei della coalizione internazionale, continuano ad avanzare nel nord-ovest dell'Iraq, dopo avere spezzato ieri l'assedio dello Stato islamico al Monte Sinjar, dove ancora si trovavano intrappolate centinaia di famiglie della minoranza degli yazidi.

Si tratta della più vasta offensiva delle forze anti-Isis in questa parte del Paese dall'estate scorsa, quando i jihadisti si erano impadroniti di vaste regioni, tra cui la stessa Sinjar, abbandonandosi a massacri e ogni sorta di atrocità contro gli yazidi, minoranza religiosa curdofona considerata 'ereticà dai fondamentalisti sunniti dello Stato islamico. Centinaia di donne della comunità, tra l'altro, erano stata rapite e ridotte in stato di schiavitù sessuale per gli stessi jihadisti.

L'offensiva, che in due giorni ha permesso alle forze lealiste di riprendere il possesso di 700 chilometri quadrati di territorio, è proseguita oggi con un'avanzata verso Telafar, città una cinquantina di chilometri a est di Sinjar, in direzione di Mosul, il capoluogo della provincia di Ninive che rimane per ora nelle mani dello Stato islamico. "Forze congiunte dell'esercito iracheno e dei peshmerga, appoggiati da carri armati, hanno lanciato un attacco sui sobborghi di Telafar", ha detto una portavoce curda, Shahrzad Zakhoeli, aggiungendo che "l'operazione è stata preceduta da un'ondata di attacchi aerei della coalizione internazionale, accompagnata a bombardamenti d'artiglieria".

Migliaia di famiglie yazide, fuggite da Sinjar nell'agosto scorso davanti all'avanzata dell'Isis, erano rimaste intrappolate sul Monte Sinjar, a nord della città. Poche settimane dopo, un primo blitz delle forze curde aveva permesso di evacuarne la maggior parte, ma una parte dei profughi vi è rimasta bloccata fino a ieri.

L'avanzata nel nord-ovest dell'Iraq fa seguito ad altri successi riportati dalle forze anti-jihadiste nelle ultime settimane, in particolare con la riconquista di territori nelle province di Salahuddin e di Diyala, rispettivamente a nord e a nord-est di Baghdad. Ma l'Isis continua a controllare Mosul e vaste porzioni della provincia di Al Anbar, ad ovest della capitale, confinante con la Siria.

Il presidente americano Barack Obama ha telefonato oggi al primo ministro iracheno Haidar al Abadi al quale, secondo quanto sottolinea un comunicato dell'ufficio del premier, ha riaffermato l'impegno degli Usa a "fornire sostegno militare, logistico e di intelligence all'Iraq nella sua guerra contro l'Isis".

Per discutere della lotta contro lo Stato islamico e degli aiuti umanitari sarà lunedì e martedì della settimana prossima in Iraq l'Alto rappresentante per la politica estera europea, l'italiana Federica Mogherini. Sono quasi due milioni gli "sfollati e rifugiati iracheni in fuga dalle persecuzioni", ha sottolineato Carlotta Sami, portavoce dell'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr), secondo cui sono necessari oltre 70 milioni di dollari "per contrastare l'emergenza inverno e assicurare gli aiuti necessari".

ats

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