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BANGLADESHMagnate islamico condannato a morte

02.11.14 - 13:11
Mir Quasem Ali con l'accusa di aver commesso crimini contro l'umanità durante la guerra di indipendenza del 1971
Magnate islamico condannato a morte
Mir Quasem Ali con l'accusa di aver commesso crimini contro l'umanità durante la guerra di indipendenza del 1971

DACCA - Un tribunale speciale in Bangladesh ha condannato a morte l'uomo d'affari Mir Quasem Ali con l'accusa di aver commesso crimini contro l'umanità durante la guerra di indipendenza del 1971. Lo riferisce il sito del giornale The Daily Star.

Mir Quasem, proprietario di una catena televisiva e finanziatore del partito islamico Jamaat-e-Islami, è stato riconosciuto colpevole di aver sequestrato e torturato a morte diversi dissidenti, alcuni adolescenti. Giovedì il tribunale aveva disposto un'altra condanna a morte contro il presidente del partito islamico Jamaat-e-Islami, Motiur Rahman Nizami, innescando disordini.

Finora sette leader del partito islamico sono stati condannati per gli abusi commessi durante la guerra che ha causato dai 300 ai 500 mila morti e milioni di rifugiati in India. L'anno scorso condanne a morte di leader islamisti innescarono manifestazioni da decine di migliaia di persone e scontri con la polizia che causarono più di 500 morti.

Il 62enne industriale Mir Qasem faceva parte della polizia segreta Al-Badr che ha perseguitato intellettuali e militanti separatisti durante la guerra di liberazione contro il Pakistan. È stato riconosciuto colpevole di dieci capi di imputazione su un totale di 14 dal Tribunale per i crimini internazionali-2, creato alcuni anni fa dal governo per punire i responsabili degli abusi commessi durante la sanguinosa lotta di indipendenza del Bangladesh che dopo il 1947 era diventato una provincia pachistana. Ma secondo il suo avvocato, Mizanul Islam, la sentenza è ingiusta perchè "si basa su false testimonianze".

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