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UNIONE EUROPEA160mila cesarei non necessari ogni anno

26.01.17 - 17:46
L'Italia detiene il primato europeo, ed in alcune regioni addirittura mondiale
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160mila cesarei non necessari ogni anno
L'Italia detiene il primato europeo, ed in alcune regioni addirittura mondiale

ROMA - Sono almeno 160'000 i cesarei non necessari in Europa ogni anno, per un costo extra di 156 milioni di euro. L'Italia detiene il primato europeo, ed in alcune regioni addirittura mondiale, dell'incidenza di tagli cesarei e anche quello per il basso numero di parti vaginali dopo il cesareo.

Anche se solo 30 anni fa i tassi di incidenza in Italia erano al di sotto della media europea (11%), nel tempo si è assistito a una vero e proprio "dilagare" di questa pratica, che si è attestata al 38%, anche se la situazione sembra di poco migliorata. È emerso alla presentazione dei risultati del progetto Optibirth, finanziato dall'Unione Europea e che ha coinvolto 15 Ospedali in tre paesi (Germania, Irlanda e Italia).

«È un problema culturale e clinico che però può essere sicuramente risolto con una revisione dell'attuale cultura e di una informazione e formazione, che riguarda le donne e le nuove generazioni di operatori, sul ritorno a una nascita che sia sicura e normale - spiega Sandra Morano, responsabile italiana del progetto - normalizzare la nascita significa non aver paura e non diffondere una cultura negativa di questo evento».

Circa 2000 donne che avevano avuto un precedente cesareo sono state reclutate e hanno partecipato negli ospedali presi in esame a un programma di informazione e sostegno ad opera di ostetriche e ginecologi.

In Italia gli ospedali coinvolti sono stati il Sant'Anna di Torino, il Policlinico Sant'Orsola-Malpighi Bologna, quello di Bari, l'ospedale degli Incurabili e quello Evangelico Villa Betania di Napoli e il San Martino IST di Genova. Dai risultati è emerso che si è passati dall'8,3% al 21,9% di parti naturali dopo il cesareo, mentre negli ospedali di controllo si è passati dal 10,6% al 16,3%.

«Soltanto attraverso una corretta informazione le donne possono fare una scelta consapevole e superare anche la paura del dolore che spesso viene associato al parto vaginale», ha spiegato la responsabile europea del progetto Cecily Begley.

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