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EUROPASchengen in bilico tra crisi terrorismo e migranti

20.11.15 - 18:57
Il simbolo dell'Europa unita senza frontiere, è diventato il capro espiatorio di tutti i mali del Vecchio continente
Schengen in bilico tra crisi terrorismo e migranti
Il simbolo dell'Europa unita senza frontiere, è diventato il capro espiatorio di tutti i mali del Vecchio continente

BRUXELLES - Già messo sotto pressione dagli attentati di gennaio a Charlie Hebdo e all'Hypercacher, poi di nuovo nel mirino durante la crisi dei rifugiati. Schengen, il simbolo dell'Europa unita senza frontiere, è diventato il capro espiatorio di tutti i mali del Vecchio continente.

- LE ORIGINI. Schengen è il nome di una cittadina lussemburghese sulle rive della Mosella, all'incrocio tra Francia, Germania e Benelux. Qui, nel 1985, venne firmato l'accordo omonimo da parte del primo nucleo di paesi pionieri per l'abolizione dei controlli alla frontiera che rallentavano mobilità e commercio tra paesi confinanti e interdipendenti: Lussemburgo, Belgio, Olanda, Francia e l'allora Germania Ovest.

- L'EVOLUZIONE. L'accordo nacque come intergovernativo, fuori dal quadro Ue, in quanto nel 1985 non fu possibile trovare un consenso tra i 10 stati membri dell'allora Comunità Europea. Nel 1990 firmò la Convezione di Schengen anche l'Italia, poi Spagna e Portogallo (1991), Grecia (1992), Austria (1995), Danimarca, Finlandia e Svezia (1996). I paesi europei decidono allora di farlo rientrare nel quadro legale comunitario, integrandolo con il Trattato di Amsterdam (1997).

- OGGI. Lo spazio Schengen è composto da 26 paesi europei, di cui 22 membri dell'Ue. Dei 28, ne fanno parte 22 a eccezione di Gran Bretagna e Irlanda (opt-out), Cipro (l'isola è divisa in due dall'invasione della Turchia), Croazia (neo entrata nell'Ue), Bulgaria e Romania (via libera della Commissione ma veto di Germania, Olanda e Finlandia). Vi rientrano poi Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Svizzera.

- COME FUNZIONA. Dal 1995 (per l'Italia dal 1997) sono stati aboliti i controlli sistematici alle frontiere interne dei paesi aderenti (restano possibili controlli a campione) mentre sono obbligatori i controlli dei passaporti alle frontiere esterne. C'è poi il sistema d'informazione comune di scambio di informazioni (il Sis, potenziato nel 2013, ora Sis 2), in base a cui potrebbero essere ora controllati tutti i cittadini Ue.

- MECCANISMI D'EMERGENZA. È possibile, in caso di emergenza o di situazioni eccezionali (manifestazioni, eventi) reintrodurre previa informazione a Bruxelles i controlli obbligatori alle frontiere interne per un massimo di 30 giorni sino a due mesi. Sulla base di una valutazione del rischio in base a criteri abbastanza ampi sono anche possibili controlli mirati per assicurare che non ci siano minacce per la sicurezza.

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COMMENTI
 

elvetico 8 anni fa su tio
Intanto anche Bruxelles ora è città praticamente assediata e alla TV si sono visti i carri armati circolare. Che pena.

mgk 8 anni fa su tio
Oltretutto il ministro Alfani l ha detto delinquono piu i suoi paesani che gli stranieri ahahah

mgk 8 anni fa su tio
Controllo di tutti i busenghi

Climb 8 anni fa su tio
chiudere le frontiere e metterci militari armati

mgk 8 anni fa su tio
Risposta a Climb
Magari uno seguace del isis col pass rossocrociato....

roma 8 anni fa su tio
ristabilire i controli alle frontiere

Danny50 8 anni fa su tio
Ristabiliamo i controlli alle frontiere. Meno delinquenti, meno trafficanti, meno clandestini. Più lavoro per ll corpo guardie di confine, più tranquillità nei villaggi vicino alle frontiere.tutto il resto sono "ball da fa bui".
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