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LUGANOProstituzione in appartamento, il Municipio dice come

12.09.14 - 15:00
Svelate in conferenza stampa le nuove direttive
Prostituzione in appartamento, il Municipio dice come
Svelate in conferenza stampa le nuove direttive

LUGANO - Le direttive sulla prostituzione in appartamenti o locali analoghi (salone di massaggi), e luoghi privati in genere, sono state presentate oggi dal Municipio di Lugano, in una conferenza stampa indetta nella sala del Consiglio Comunale di piazza Riforma. Si tratta della disposizione in materia edilizia di cui si parla da mesi, visti anche i casi resi noti dalla stampa recentemente, riguardanti la presenza di meretrici che esercitavano in appartamenti di un condominio del quartiere di Besso.

Nuovo strumento - Marco Borradori ha illustrato ai convenuti i principi generali: "Cercherà di colmare una lacuna esistente, e per noi era importante inserirsi in questo contesto". Ciò permetterà di chiarire alcuni aspetti riguardanti il rilascio di licenze edilizie e permessi di esercizio. "Si potrà ora sbloccare la situazione nei casi di domande di cambio di destinazioni pendenti, e i casi dubbi tenuti in sospeso".

 

Il concetto di "emissione moleste immateriali" - Borradori ha spiegato che si è tenuto anche conto di quelle che in linguaggio tecnico vengono definite "emissioni moleste immateriali", che ledono cioè l'aspetto interiore e spirituale del cittadino. Un aspetto questo che, come ha osservato il sindaco Borradori, se dovesse diventare eccessivo e problematico, otrebbe ripercuotersi sui valori immobiliari di un quartiere o di  un isolato.

 

Direttive conformi alla giurisprudenza più recente - Le direttive municipali sulla prostituzione presentate oggi sono conformi alla giurisprudenza più recente in materia (sentenza del Tribunale cantonale amministrativo, TRAM 52.2013.411 del 4.4.2014) e chiariscono gli aspetti legati alla Legge edilizia e alla pianificazione del territorio nell'ambito della gestione del fenomeno della prostituzione in appartamenti. Per ricevere l'autorizzazione all'esercizio, si terrà ora conto dei punti sensibili quali scuole, luoghi di interesse pubblico, chiese e cimiteri.

 

Per esercitare bisogna avere una licenza edilizia - Il municipale Angelo Jelmini ha aggiunto che queste direttive nascono da osservazioni e verifiche effettuate da cittadinanza e autorità e da un'indagine effettuata raccogliendo i dati da 10 città svizzere: "Le norme edilizie possono essere differenti da una città all'altra e quindi, come avviene dappertutto in Svizzera, per poter esercitare un'attività simile si necessita di un'autorizzazione edilizia. Il cittadino che abita in un quartiere in cui si richiede la costruzione di un postribolo può presentare ricorso".

 

"La polizia da sola non può fare niente" - Per quanto riguarda la questione sicurezza il responsabile del Dicastero Polizia Michele Bertini ha ringraziato il Municipio e tutti coloro che hanno contribuito a fare chiarezza sulla prostituzione in appartamenti: "Far fronte a un fenomeno del genere la sola polizia non può fare niente. E' stato un bel lavoro di squadra che ha permesso di arrivare a una direttiva condivisa".

 

No all'esercizio della prostituzione se la funzione abitativa supera il 50% - Stando a quanto si legge sul comunicato stampa rilasciato, "la giurisprudenza del Tribunale federale ha quindi stabilito un potenziale di conflitto rilevante fra attività di prostituzione e zona residenziale. Conformemente a ciò, le direttive del Municipio indicano che quando la funzione abitativa supera il 50% di presenza delle attività commerciali quali la prostituzione, è incompatibile".

 

Il futuro: un piano regolatore unitario - "Abbiamo 20 piani regolatori diversi", ha osservato Jelmini che ha annunciato l'impegno preso dal Municipio per un nuovo piano regolatore unitario. "Con queste linee direttive - ha concluso il sindaco Borradori - abbiamo voluto mettere in moto una dinamica, un processo che permetta di arrivare a un piano regolatore unico facendo delle esperienze. La cosa peggiore è restare fermi. L'obiettivo è di avere una città che sia dotata degli indirizzi, e che non si parli soltanto di prostituzione negli appartamenti nel modo in cui si fa ora".

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