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SAN GALLONella moschea si è consumata una vendetta di sangue

22.08.14 - 20:30
Oggi a San Gallo un uomo è stato ucciso a colpi di pistola all'interno di un centro islamico. L'ex imam di origini albanesi: "Non abbiamo il diritto di portare i nostri problemi in Svizzera"
Foto Newspictures / Beat Kälin
Nella moschea si è consumata una vendetta di sangue
Oggi a San Gallo un uomo è stato ucciso a colpi di pistola all'interno di un centro islamico. L'ex imam di origini albanesi: "Non abbiamo il diritto di portare i nostri problemi in Svizzera"

SAN GALLO - Sarebbe stato il sentimento di rivalsa, la vendetta di sangue all'origine del fatto di sangue consumatosi oggi nella moschea El-Hidaje del quartiere Winkeln della città di San Gallo. 

Alla centrale della polizia comunale la segnalazione in cui si chiedeva l'intervento per una sparatoria è giunta alle 14.00 di venerdì. Una pattuglia giunta nel luogo di culto islamico ha trovato un uomo con una pistola in mano. Nella stanza adibita alla preghiera, invece, è stato rinvenuto il cadavere di un uomo. Una persona, infine, è stata assistita dal personale sanitario giunto con un'ambulanza.

Da 20min.ch si apprende che sul luogo in cui si è consumato il dramma sarebbero state presenti altre persone. Una di esse, avrebbe lasciato la moschea cinque minuti prima della sparatoria, mentre il resto della sua famiglia sarebbe rimasta all'interno dell'edificio. "Ho temuto che la persona morta sia un componente della mia famiglia", ha detto al giornale. Oggi, venerdì, è giorno di preghiera per i fedeli di Maometto e all'interno del luogo di culto vi erano circa 300 persone. "Che un fatto del genere sia accaduto in una moschea è molto deplorevole", ha aggiunto l'uomo sentito. 

Sono stati diversi i fedeli appartenenti alla comunità islamica sentiti dai cronisti di 20min.ch ad aver affermato che il motivo della sparatoria sarebbe da ricercare in una vendetta di sangue. Un'ulteriore conferma arriva da Fehim Dragusha, imam della moschea El-Hidaje, fino a pochi anni fa: "Ho sentito che l'autore del fatto si sia vendicato per un fatto di sangue accaduto 18 anni fa, compiuto dal fratello della vittima".

Dragusha, quando ancora era investito della funzione di Imam della moschea El-Hidaje, ha visitato nel 2011, la famiglia della persona uccisa oggi. Famiglia che risiede a San Gallo. "Era un uomo tranquillo. Non sapevo che su di lui pendesse una minaccia di vendetta". L'autore degli spari letali non apparterrebbe alla comunità della moschea di El-Hidaje e non abiterebbe neppure nella città dove si è consumato il dramma.

Come ha racontanto Dragusha, in Albania esiste il cosiddetto "Kanun", antico codice consuetudinario albanese che ha origine nel medioevo. Secondo il Kanun, l'uccisione di un componente della famiglia deve essere vendicato con la morte di un famigliare di chi compie il fatto di sangue. "Ma dobbiamo dimenticarlo questo Kanun perché crea solo problemi. Non abbiamo il diritto di portare in Svizzera i problemi sorti in patria".

Il fatto che più sconvolge l'ex imam è il luogo scelto in cui esternare il proprio sentimento di rivalsa: la moschea. "Lì si va per pregare e non si va armati". Nel venerdì di preghiera sono presenti anche donne e bambini. "Dopo questo fatto metterei un metal-detector nella moschea dove ora esercito", ha concluso Dragusha. 

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