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Sono 12 le vittime della valanga sull'Everest. Tre i dispersi. Sono gravi le condizioni dei sette sopravvissuti
KATMANDU - Viene già descritta come la peggiore tragedia mai avvenuta sull’Everest. Ed infatti nelle primissime ore di oggi dodici guide sherpa sono morte e altre tre risultano disperse a causa di una gigantesca valanga che si è staccata lungo un percorso usato per arrivare in vetta al monte Everest, sul versante nepalese.
A divulgare la notizia della tragedia è stato un funzionario del ministero del turismo del Nepal, Krishna Lamsal. La slavina si è abbattuta appena sotto al Campo 2 della montagna (6.200 metri) alle 6.30 locali, le 2.45 in Svizzera.
Quella delle guide era un'uscita utile a preparare la via normale di salita alla nota cima prima dell’inizio dell’alta stagione, che comincia a fine aprile. Il gruppo si stava occupando del montaggio delle corde fisse grazie alle quali centinaia di alpinisti tenteranno la scalata e in seguito avrebbe piantato alcune tende un po’ più in alto.
"Abbiamo trovato undici corpi e siamo riusciti a salvare sette persone - ha precisato il portavoce del Ministero per il Turismo, Mohan Krishna Sapkot - e altre tre sono ancora disperse". Per le autorità è difficile che i dispersi possano essere ritrovati vivi. Al momento si cercano i loro corpi.
In gravi condizioni sono anche i sette sopravvissuti. I soccorsi si sono attivati appena si è staccata la valanga e un elicottero è stato in seguito inviato da Katmandu. Secondo Elizabeth Hawley, considerata massima esperta mondiale di alpinismo nell’Himalaya si tratta del peggior incidente di sempre sul cosiddetto Tetto del Mondo.
Sono oltre 4mila gli alpinisti che hanno raggiunto la vetta dell’Everest dal 1953, quando fu conquistata dal neozelandese Edmund Hillary e dalla sua guida sherpa Tenzing Norgay. Centinaia di altri sono morti nel tentativo di arrivare in cima alla montagna più alta del mondo.
