Cerca e trova immobili

TICINOSalario minimo e frontalierato

02.08.12 - 09:00
Se è terribile non avere un lavoro e tirare a campare con un piccolo sussidio di disoccupazione… è altrettanto difficile occupare la maggior parte del proprio tempo in un'attività lavorativa che dà un tornaconto di poco superiore –a volte addirittura inferiore!- ad un sussidio di disoccupazione.
None
Salario minimo e frontalierato
Se è terribile non avere un lavoro e tirare a campare con un piccolo sussidio di disoccupazione… è altrettanto difficile occupare la maggior parte del proprio tempo in un'attività lavorativa che dà un tornaconto di poco superiore –a volte addirittura inferiore!- ad un sussidio di disoccupazione.

No. Questo non è un sermone contro i frontalieri. Questo scritto è il frutto del mio accostare quello che spesso viene descritto come il "dramma" dei frontalieri al sogno di un Cantone dove non esista la tortura del lavorare senza un compenso adeguato.

Partiamo dal sogno. Non è follia affermare che c’è una massa di cittadini che, nonostante abbia un impiego, non dispone di mezzi sufficienti per vivere dignitosamente (diciamo ad un livello di vita svizzero). E non mi riferisco a qualche caso isolato composto da famiglie monoreddito… ma, bensì, ad un sempre più folto gruppo di persone (lavoratori, neo diplomati o laureati) che non riesce a tenere il passo con il meccanismo della crescita perpetua. E per crescita perpetua intendo il punto cardine del sistema economico odierno: ogni anno il Prodotto Interno Lordo deve crescere un po’, così che ci siano le entrate necessarie a tenere l’ordine delle cose. Personalmente, trovo che questo modello sia insostenibile ma, ipotizzando che io voglia salvarlo e non criticarlo/abbatterlo... mi chiedo come sia possibile che i consumi possano aumentare ogni anno con degli stipendi ancorati a parametri del passato.

Se è terribile non avere un lavoro e tirare a campare con un piccolo sussidio di disoccupazione… è altrettanto difficile occupare la maggior parte del proprio tempo in un’attività lavorativa che da un tornaconto di poco superiore –a volte addirittura inferiore!- ad un sussidio di disoccupazione. Ed è per questo motivo che sono convinto che, specialmente in tempi come quelli odierni, sia d’obbligo tutelare i propri cittadini con un salario minimo che permetta di avere un vero e proprio tornaconto da un’attività lavorativa (quel minimo per poter partecipare al modello con serenità).

Ed un salario minimo (ben studiato e con delle fasce differenziate per i tirocinanti e gli studenti), potrebbe sistemare il tanto decantato "dramma" dei frontalieri. Si, perché un salario minimo darebbe di certo un incentivo all’assunzione del personale in base alla prestazione… e non solo in base al prezzo. E ho come la sensazione che con una legge che tutela i cittadini dal fenomeno del dumping salariale, la disoccupazione (in Ticino), scenderebbe ai minimi storici. Magari sino a trasformarsi in un’incredibile mancanza d’impiego. E, a quel punto, forse sarebbe il caso di introdurre una fascia speciale di salario minimo, leggermente al ribasso, per i frontalieri. In modo che costino un po’ meno (ma non tre o quattro volte di meno).

Di sicuro qualcuno mi accuserà di voler distruggere gli ingranaggi economici del Ticino con le mie idee poco liberali ed a scapito dell’imprenditoria (nel senso che se non si posson più sfruttare i frontalieri… diverse aziende opterebbero per lidi più attrattivi). Ma mi chiedo dove possano andare tutte queste aziende… –e anche se valga la pena che restino-. Si, perché un’azienda che si insedia in Ticino; soltanto con lo scopo di gustarsi il paradosso di una mano d’opera a basso costo in una nazione ricca ed estremamente ben organizzata non è proprio un toccasana per i cittadini di questa regione. Porterà qualche entrata fiscale ma occupa e "disturba" il territorio (traffico, inquinamento, …) senza dare lavoro alla popolazione locale! E, francamente, non credo che un aumento della massa salariale porterebbe diverse aziende ad andarsene dal nostro Cantone per spostarsi verso altre destinazioni europee. Soprattutto in questa fase storica/economica. Dove possono trovare dei servizi statali di ottimo livello, una società che non è ancora completamente esasperata ed in rivolta (o prossima alla rivolta) e delle condizioni fiscali del genere?

Ho solo un cruccio per il mio Ticino. Temo una massiccia riorganizzazione della produzione da parte di molte aziende (con licenziamenti). Ma forse molta gente sarebbe felice di lavorare ad un tempo ridotto per la stessa paga che prendeva prima della nuova ipotetica legge. Ed i licenziamenti potrebbero annullarsi tramite la riduzione della disoccupazione portata dalla diminuzione dei frontalieri.

È certo che ogni azione ha svariati effetti, tuttavia sono sciuro che sia il momento di agire e tutelare i diritti dei lavoratori con un salario minimo dignitoso. È tempo di Festa nazionale e tutti parlano di valori e tradizioni. Diversi politici si spendono in lunghi discorsi, dove cercano di spiegarci cosa dobbiamo fare per non perdere le nostre radici… radici che ci hanno portato a diventare la forte nazione che siamo ora. E pare che ci possiamo salvare soltanto proteggendoci dagli stranieri, tutelando il segreto bancario e favorendo la crescita economica. Ma, a mio avviso, chi vuole salvare il modello elvetico senza sostenere un salario minimo e dignitoso (e spesso promuovendo ingenti tagli a disoccupati e bisognosi), cade pesantemente in errore. Perché è proprio così che si distrugge il modello elvetico: sostenendo un’economia dove c’è la libertà di sfruttare un essere umano.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE