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SALONE DI PARIGI - INTERVISTALa nuova Clio RS spiegata dal direttore generale di Renault Sport

01.10.12 - 08:00
Motore turbo, cambio a doppia frizione, cinque porte. Ma quella che arriverà all’inizio del 2013 è davvero ancora una Renault Sport degna di questo nome?
Renault
La nuova Clio RS spiegata dal direttore generale di Renault Sport
Motore turbo, cambio a doppia frizione, cinque porte. Ma quella che arriverà all’inizio del 2013 è davvero ancora una Renault Sport degna di questo nome?

Tutti lo temevano e hanno sperato fino all’ultimo che non accadesse mai, ed invece è successo. La Renault Clio RS, una delle ultime ad avere un motore sportivo aspirato “comme il faut”, è passata al turbo. Si tratta sempre di un quattro cilindri ma la sua cilindrata è scesa da 2 ad 1,6 litri mantenendo però quasi inalterata la potenza (200 cv) e con un sensibile aumento della coppia (ora 240 Nm). Tra i molti appassionati delusi per una scelta presa a causa delle sempre più severe normative antinquinamento che uccidono l’anima delle automobili sportive ci siamo anche noi. Siamo quindi andati da Patrice Ratti, direttore generale delle Renault Sport, a chiedere spiegazioni.

“Sarò onesto: noi siamo stati i primi degli scettici quando all’orizzonte si è profilata l’idea di realizzare un motore sovralimentato. Il nostro due litri aspirato era un gran motore, ma il passaggio compiuto ci ha dato due grandi vantaggi: il primo è chiaramente un’enorme diminuzione della quantità di CO2 emesso dalla vettura, il secondo è quello di avere tanta più coppia ai bassi regimi. Quest’ultimo aspetto ci ha consentito di realizzare un’auto molto più efficace di modo che, anche quando non si ha un numero di giri necessariamente elevato, si riesca ad uscire da una curva con adeguata velocità.”

Un ragionamento che non fa un piega ma che (almeno secondo le nostre esperienze) andrà ad offuscare un po’ lo spirito dell’auto. È altresì vero che l’attuale Mègane RS è anche sovralimentata e, pur avendo una buona coppia ai bassi regimi, riesce comunque a far sentire un po’ di quel “calcio” che è caratteristico dei turbo più cattivi. Per quanto riguarda il propulsore, quindi, forse non è proprio tutto da buttare. Quello che non ci è piaciuto affatto è il cambio a doppia frizione, più che altro per il fatto che sarà l’unico disponibile. Niente più manuale, monsieur Ratti?

“Altra scelta molto discussa ma alla fine rivelatasi quasi obbligatoria. Come per il motore i vantaggi ottenuti sono quelli di un minor inquinamento e di maggiori prestazioni: oltre al tempo di cambiata inferiore rispetto ad un manuale si riesce anche ad usarlo con più intuitività. Visto che ci chiamiamo Renault Sport e che siamo molto vicini al mondo delle corse abbiamo fatto si che alcuni di questi aspetti si ritrovassero anche nell’auto di serie: tanto per fare un esempio le palette al volante sono fisse sul piantone dello sterzo ed in vero alluminio, mentre la modalità di cambiata mediante la leva bisogna tirarla a sé per aumentare rapporto e spingerla in avanti per diminuirla. A fianco della leva c’è poi un selettore a tre modalità (Normal, Sport e Race) per la gestione del cambio, del motore, della risposta dell’acceleratore e dello sterzo. In quella “Race” i controlli di stabilità sono completamente disattivati ed il cambio in manuale, se quindi si arriva al limitatore non viene inserito il rapporto successivo lasciando a chi guida il compito di farlo.”

Quanto detto da Patrice scoglie un bel po’ di scetticismi e fa realizzare che, pur non eguagliando mai un cambio manuale, le tecnologie giudicate obbligatorie vengono comunque impiegate “comme il faut”, contrariamente a quanto fa pressoché tutta la concorrenza. Tuttavia la domanda è lecita: motore turbo, cambio a doppia frizione, carrozzeria a cinque porte… non è che la Renault Sport si stia per caso afflosciando seguendo malauguratamente la direzione asettica intrapresa dal gruppo Volkswagen?

“Nemmeno per idea. Per costruire una versione sportiva della Clio dobbiamo chiaramente ricavarne qualcosa, e per ricavare qualcosa dobbiamo venderla, e per venderla dobbiamo andare incontro ai gusti della clientela. Detto questo posso aggiungere che questa è una versione della Clio RS piuttosto “mainstream” il cui obiettivo era ottenere un’automobile piccola con ottime prestazioni ed un buon equilibrio generale nonché una grande sfruttabilità quotidiana che non obbligasse a sedute dal chiropratico dopo una settimana di utilizzo. Ai più puristi posso però dire che abbiamo qualcosa anche per loro. Se questo si limiterà però al Telaio Cup o a qualcos’altro, ve lo lascerò scoprire da soli.”

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