I democentristi condannano «l'estremizzazione del dibattito sulle pensioni» e ricordano «la situazione disastrosa» delle finanze cantonali.
BELLINZONA - Lo sciopero degli statali del prossimo 29 febbraio - organizzato dalla Rete per la Difesa delle Pensioni (ErreDiPi) e sostenuto dai principali sindacati (VPOD e OCST su tutti) e dalla sinistra - non è andato giù all'UDC che in una nota odierna condanna «l’estremizzazione» del dibattito sulle Pensioni. «Fuori dai Palazzi governativi - attacca il partito - in 170’000 lavorano nel privato, senza la garanzia del posto fisso e senza i privilegi del pubblico. E saranno loro a dover finanziare i privilegi dei dipendenti pubblici».
«Governo complice» - L'UDC ricorda infatti a coloro che scenderanno in piazza - «con il tacito consenso del Governo che anche in questa occasione nasconde la testa sotto la sabbia» - che le condizioni di lavoro nel settore pubblico sono «nettamente migliori» rispetto al privato. «Il salario mediano nel pubblico - viene sottolineato - è di circa 100'000 franchi all’anno, ben superiore dei 64’000 franchi del settore privato. Inoltre, i ritmi e la pressione di lavoro nel pubblico non sono paragonabili a quelli del privato, e chi lavora nel pubblico gode di scatti automatici di salario annuali sull’arco di 12-15 anni di carriera, e giustamente, della sicurezza del posto di lavoro, fattore sconosciuto nel privato».
Finanze alla canna del gas - L'UDC infine sottolinea la situazione «allarmante» e «disastrosa» in cui versano le finanze cantonali. «Il debito pubblico - ricorda il partito - supererà i 3 miliardi di franchi, senza considerare il buco della Cassa pensione dello Stato (IPCT). Inoltre, i deficit si verificano ogni anno, da troppo tempo, sono ormai divenuti strutturali. Aumentare le imposte non rappresenta chiaramente un’alternativa alla riduzione dei costi. Questo perché la decisione è stata presa chiaramente dal popolo e, soprattutto, perché nel confronto intercantonale, ilTicino è tra i quattro o cinque Cantoni più gravati da tasse e imposte»
Per questo l'UDC invita i sindacati e le associazioni (come ErreDiPi) a smetterla «di estremizzare la situazione in modo così irresponsabile», dimenticandosi volutamente che «al di fuori degli uffici dell’amministrazione pubblica ci sono 170’000 residenti che lavorano nel settore privato, e che pur guadagnando anche meno non sfilano e non occupano le piazze».