Alla Casa del Popolo a Bellinzona esponenti della sinistra e dei sindacati mettono in guardia sulla Riforma III dell'imposizione delle aziende: «Ad essere privilegiati saranno soltanto i privilegiati»
BELLINZONA - È stata Marina Carobbio Guscetti a presentare oggi le ragioni dell’opposizione di sinistra e dei sindacati alla Riforma III dell'imposizione delle imprese. Una conferenza stampa, tenutasi in mattinata alla Casa del Popolo a Bellinzona, a cui hanno presenziato, oltre alla Consigliera nazionale Ps, anche rappresentanti dei sindacati, il presidente del Ps, Igor Righini, Usman Baig, coordinatore dei Verdi ticinesi.
Per Marina Carobbio, la nuova legge non fa altro che riconfermare un sistema di privilegi fiscali alle aziende che andranno a nuocere sulle finanze di Cantone e Confederazione, che potranno essere «ben oltre i 3 miliardi di franchi previsti», a partire dei Comuni. «Locarno perderà 1.5 milioni di franchi». Ma non solo. Il timore è che a livello locale, ci sarà un moltiplicatore differenziato, in cui «si potrà assistere ad un aumento per le persone fisiche e a una nuova diminuzione per le persone giuridiche».
«Questa non è altro che la continuazione della politica liberista iniziata negli anni ‘80 in Europa e negli anni ‘90 da Marina Masoni», ha dichiarato Graziano Pestoni nel suo intervento in rappresentanza dell'unione sindacale svizzera. «Con le casse vuote non ci può essere né socialità, né sostegno all'occupazione e nemmeno servizi pubblici efficienti». «Con questa riforma si andrà a privilegiare i privilegiati, ossia gli azionisti delle grandi aziende», ha concluso Pestoni.
«Una riforma che tiene conto unicamente delle aziende e non al bene di tutti», ha dichiarato Cristina Zanini Barzaghi, municipale di Lugano che ha messo in evidenza la difficoltà dei comuni, i quali si vedranno decurtati molti fondi a livello di gettito fiscali. A Lugano si stima che potranno essere oltre 10 milioni i franchi incassati dall'erario. Ciò significherebbe "un'ulteriore mazzata" per Lugano che, con l'aggregazione, ha ribaltato la struttura dei contribuenti: «Con la vecchia Lugano i contribuenti erano per due terzi persone giuridiche e un terzo erano fisiche. Con la nuova Lugano questa situazione é ribaltata. Il rischio è che con questa riforma la solidarietà venga messo in pericolo», ha aggiunto Zanini Barzaghi.
E ha poi aggiunto: «A Lugano per l'assistenza spendiamo 22 milioni di franchi. 20 milioni di franchi del fondo annunciato dal governo cantonale a favore delle famiglie sono una miseria. Gran parte dei servizi di prossimità è compito dei Comuni. E da parte cantonale non è prevista alcuna compensazione in tal senso».
La municipale fa alcuni esempi che fanno capire la portata di questa Riforma per la sua città: «La cultura a Lugano costa 12 milioni di franchi, la scuola 30 milioni. Il taglio delle tasse alle persone giuridiche è corrispondente a 7 punti di moltiplicatore».
«Basta a questa politica dei tagli», ha commentato Igor Righini, che ha sottolineato quanto questa politica faccia parte di una strategia per diminuire la capacità dello stato di essere efficace nella sua azione di ridistribuzione della ricchezza».
«Non esiste legame diretto tra aliquota fiscale e competitività», ha aggiunto dal canto suo Usan Baig, co-ordinatore dei Verdi . «È la più ingiusta riforma fiscale degli ultimi anni», ha commentato infine Vincenzo Cicero, rappresentante di Unia, ricordando le conseguenze della politica degli sgravi e dei privilegi fiscali in Ticino, portando l'esempio del settore della Fashion Valley, che «ha contribuito a portare una cultura del lavoro caratterizzata dalla precarietà».