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«Ho visto troppe donne perdere la serenità»

"Il potere dell'indipendenza" è una guida al femminile verso la libertà economica e personale. L'autrice Sonia Lombardo, consulente finanziaria e coach, si racconta.
«Ho visto troppe donne perdere la serenità»
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«Ho visto troppe donne perdere la serenità»
"Il potere dell'indipendenza" è una guida al femminile verso la libertà economica e personale. L'autrice Sonia Lombardo, consulente finanziaria e coach, si racconta.

SAVOSA - Le donne non possono più aspettare che altri risolvano i problemi per loro. È il messaggio lanciato da Sonia Lombardo, consulente finanziaria e coach, ospite della nostra nuova puntata di TioTalk, autrice di "Il potere dell'indipendenza", una guida per le donne verso la libertà economica e personale.

Perché questo libro?
«In 15 anni di consulenza finanziaria ho constatato con mano qual è la parte economicamente più svantaggiata. Ho visto tante donne perdere la serenità perché nessuno aveva mai insegnato loro le regole del gioco. C'è una disparità. E noi dobbiamo andarla a colmare».

Qualcuno potrebbe pensare che ci troviamo di fronte a discorsi ideologici.
«Non è ideologia. Le statistiche mostrano chiaramente che le donne entrano nel mondo del lavoro già in condizioni non eque, con una disparità salariale che aumenta nel corso del tempo. Questa posizione di vulnerabilità viene enfatizzata ad esempio con la maternità».

Vogliamo parlare della pensione?
«In Svizzera le donne pensionate mediamente percepiscono il 31,2% in meno rispetto agli uomini. È tantissimo».

Che consigli pratici dai alle donne?
«Una donna deve essere consapevole della sua situazione: calcolare quanto sarà la sua pensione, sapere se ha buchi contributivi, conoscere le sue attuali coperture di rischio...»

Non si rischia di avere una vita troppo calcolata?
«Si pianifica per avere una vita più serena, più in equilibrio. Ho conseguito un master in coaching presso il MICAP (Master Internazionale in Coaching ad Alte Prestazioni), proprio per approfondire anche gli aspetti comportamentali».

Uno dei temi attualissimi è quello del divorzio: è più penalizzato l'uomo o la donna?
«Contrariamente a ciò che si pensa, l'uomo ha un contraccolpo iniziale soprattutto se deve versare degli alimenti. Ma la donna invece lo subisce in maniera più strutturale, più sul lungo periodo. A livello di numeri chi versa gli alimenti, generalmente l'uomo, è meno a rischio di povertà rispetto a chi li riceve per accudire i figli».

Quali sono i problemi che subentrano?
«Una donna che si ritrova a curare i figli da sola deve poi rientrare nel mondo del lavoro. Ci sono donne che sono state ferme per diversi anni o che hanno già una certa età. Non è facile trovare un impiego a quel punto. C'è uno scollamento tra teoria e realtà dei fatti. Il divorzio in un certo senso andrebbe già discusso al momento del matrimonio, quando ancora ci sono amore e serenità. In ogni caso la nostra società oggi non accompagna la donna a un reinserimento facile nel mondo lavorativo. Anche dopo la maternità. Lo fa solo a parole».

La vita è sempre più complicata. Anche per questo si fanno meno figli? Si calcola anche quello?
«Non c'è ancora un vero incentivo sociale alla genitorialità e al bilanciamento della vita famigliare. Resta un percorso a carico dei singoli, non sostenuto dalla società, e tante coppie scelgono dunque di non avere figli».

A scanso di equivoci "Il potere dell'indipendenza" è adatto anche per gli uomini o per le persone single?
«Certo. Di strategie finanziarie ne hanno bisogno tutti. Così come interessa a tutti il tema della previdenza, con il sistema sotto pressione a causa dello squilibrio tra persone attive e pensionati. Al terzo pilastro ad esempio tanti pensano troppo in là. La previdenza privata è fondamentale: chi va in pensione solo con primo e secondo pilastro percepirà mediamente il 60% dell'ultimo stipendio».

Tu sei anche una grandissima sportiva. Pratichi il basket in carrozzina con la squadra mista dei Ticino Bulls e sei anche maratoneta. Ci sono parallelismi con il tuo percorso professionale?
«La maratona ha molto in comune con gli aspetti finanziari. Nessuno si sveglia una mattina e si mette a correre 42 chilometri a caso. Lo devi pianificare. Ci vuole preparazione e strategia per centrare l'obiettivo. Per quanto riguarda il basket in carrozzina invece trovo una similitudine nel coaching: non importa se le tue risorse sono diverse da quelle degli altri, importa come le usi. In campo ci sono persone con disabilità e persone normodotate. Ognuno trova la propria tattica per trasformare un limite in forza e arrivare al traguardo».

Guarda l'intervista integrale e gli altri episodi di TioTalk suTio.ch, oppure sul nostro canale YouTube.


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