Continua sui social la polemica sulla multa ricevuta a Chiasso dal critico d'arte. Con un intervento autorevole
Il consigliere di Stato: «Le regole sono regole. I lampeggianti sono un privilegio solo degli enti di pronto intervento».
BELLINZONA - L'estate ha bisogno di polemiche. Per fortuna o purtroppo, il tormentone di quest'anno rischia di diventare la guerra social di Vittorio Sgarbi contro la polizia ticinese.
«Poliziotti arroganti, prepotenti e bugiardi». «Non verrò mai più in Svizzera». Il critico d'arte, multato e "mazziato" a Chiasso sabato pomeriggio per un sorpasso in auto blu, non ha risparmiato gli sfoghi sulla stampa e sui social. Alle accuse del deputato italiano a mezzo Facebook ha risposto oggi, sullo stesso social network, il consigliere di Stato Norman Gobbi.
«Le regole sono regole». Il direttore del Dipartimento delle istituzioni e responsabile della polizia cantonale difende l'operato degli agenti. «Questa è la Svizzera e il Canton Ticino signor Sgarbi, dove i deputati - scrive il "ministro" leghista - non hanno “auto blu” e men che meno dotate di lampeggianti prioritari».
Lampeggianti: il casus belli. In Ticino, ricorda Gobbi, sono «un privilegio concesso solo agli enti di pronto intervento» che sono - pungente l'inciso: «Loro e non Ella» - al servizio «della comunità tutta». In chiosa il consigliere di Stato richiama l'infuriato multato all'educazione, che «è anche saper ammettere quando si sbaglia, senza giudicare ingiustamente un Paese». E chiude con un ironico «buon tutto». Sperando che sia tutto e dal signor Sgarbi non segua altra replica.