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TICINOTutti i segreti delle ville stregate

07.03.10 - 08:49
Da Villa Branca a Melide a Villa Viarno a Pregassona. Ecco i gioielli architettonici che hanno fatto la storia del Ticino e che oggi sono abbandonati a un triste destino.
Manuel Meleleo
Tutti i segreti delle ville stregate
Da Villa Branca a Melide a Villa Viarno a Pregassona. Ecco i gioielli architettonici che hanno fatto la storia del Ticino e che oggi sono abbandonati a un triste destino.

TICINO - Hanno il fascino della casa stregata, infestata dai fantasmi. Stavolta, però, lo spettro è quello di un passato glorioso, che probabilmente non potrà più tornare. È il triste destino che unisce quattro edifici. Gioielli architettonici che, nel loro piccolo, hanno fatto la storia del Ticino. Edifici dimenticati, in cui nessuno sembra più volere abitare.  

Villa Branca a Melide
Il passato: Villa Branca, che sorge sul lungolago di Melide è stata costruita agli inizi del ‘900 ed è stata residenza di una famiglia agiata (i Branca, appunto), nonché sede di un’importante casa che si occupava di commercio di vini. Alcuni la definiscono un chiaro esempio di architettura eclettica-liberty. Il suo stile è medievale. Alcuni dettagli ricordano invece l’arte gotica.

Il presente: È disabitata dal 1981, anno di morte di Adele Branca, l’ultima persona che vi ha risieduto. È circondata da un bel giardino, situato nella parte alta della proprietà, e al pian terreno si trovano le entrate delle cantine, i magazzini e gli uffici.

Il futuro: A meno di svolte clamorose, dopo numerose vicissitudini, Villa Branca nel 2010 sarà probabilmente abbattuta per fare spazio a degli appartamenti.

Casa in Via Trevano 81A a Lugano
Il passato: Una dimora dal fascino nordico. È situata su via Trevano, al numero 81A, di fronte al cimitero di Lugano ed è stata costruita nel periodo attorno alla seconda guerra mondiale.

Il presente: La casa si presenta in uno stato di abbandono. A colpire sono soprattutto le serre sul retro. Un grande giardino pieno di rovi. Da una decina d’anni il terreno è di proprietà della famiglia De Giorgi.

Il futuro: Il destino dell’edificio è ancora un’incognita. I proprietari non hanno un’idea chiara di come eventualmente sfruttare il fondo.

Villa Ex Pernsch a Lugano
Il passato: L’edificio è stato costruito agli inizi del ‘900 e sorge in via Zoppi 5 a Lugano. Fino al 2005 era ancora abitato. Negli anni ’60 la famiglia Pernsch donò la casa all’Ospedale Civico. In seguito lo stabile passò nelle mani del Comune.

Il presente: La Villa Ex Pernsch, che si presenta in stato di abbandono, attualmente appartiene al Comune. Non fa parte degli edifici protetti dalla Città e quindi, teoricamente, potrebbe anche essere abbattuta.

Il futuro: Sarà il Consiglio comunale a decidere se la proprietà potrà essere messa all’asta. Il prezzo base potrebbe essere di 1 milione e 600mila franchi.

Villa Viarno a Pregassona
Il passato: Costruita alla fine dell’800, si chiama Villa Viarno in riferimento al luogo. Per anni è stata abitata da famiglie benestanti. Dal 1927 al 1935 è stata la sede della clinica Viarnetto, struttura psichiatrica privata. In seguito passa di nuovo nelle mani di privati. Circa 20 anni fa diventa di proprietà del Comune di Pregassona. Sarà per qualche tempo un foyer per bambini. All’inizio degli anni 2000, spunta l’ipotesi di insediarvi un centro civico comunale. La popolazione di Pregassona si spacca in due sulla possibilità di demolire lo stabile o meno.

Il presente: La facciata è incantevole. I suoi balconi in ferro battuto anche. Il resto di Villa Viarno, invece, è poca cosa. Retro inguardabile, locali interni rovinati e molto piccoli. Stupendo, invece, il parco. La Città di Lugano eredita lo stabile nel 2004 in seguito all’aggregazione comunale (Grande Lugano).

Il futuro: In seguito all’aggregazione l’ipotesi del centro civico è sfumata. Villa Viarno non fa parte delle opere protette dalla Città e un suo possibile recupero costerebbe minimo 4 milioni di franchi. Le autorità hanno comunque già fatto sapere che intendono trovare il modo per valorizzare lo splendido parco che circonda l’edificio.

 

Foto di Manuel Meleleo

Patrick Mancini


 

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