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TICINOFFS Cargo: 3000 i ticinesi a Berna.

19.03.08 - 13:02
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FFS Cargo: 3000 i ticinesi a Berna.

BERNA - Sono quasi 3000 i ticinesi giunti a Berna attorno a mezzogiorno per manifestare il loro disappunto per lo smantellamento previsto da FFS Cargo alle officine di Bellinzona. Gli operai, le loro famiglie e simpatizzanti provenienti dal Sud delle Alpi saranno probabilmente raggiunti da altre centinaia di sostenitori per sfilare nel centro della città federale.

Il malumore dei dipendenti di FFS Cargo giungerà comunque alle orecchie dei deputati. Il Consiglio nazionale ha infatti in programma dalle 15.00 un dibattito urgente sulle difficoltà di FFS Cargo e l'annunciata soppressione di posti di lavoro, in particolare nel capoluogo ticinese e a Friburgo.
 
Gli interventi ticinesi
 
Il dibattito urgente è stato caratterizzato dagli interventi di ben sei deputati ticinesi, presenti sulle tribune i consiglieri di Stato Patrizia Pesenti (PS) e Marco Borradori (Lega), affiancati dal direttore generale delle FFS Andreas Meyer. Meinrado Robbiani (PPD) ha dichiarato che il potere politico non può restare a guardare di fronte alle massicce perdite di FFS Cargo. Perciò ha invitato il parlamento ad assumere le proprie responsabilità. "Capiscano le FFS - ha esclamato - che saranno vincenti non contro il personale, ma solo con il personale e la popolazione".

Fabio Pedrina (PS) ha sottolineato che la ferma protesta di Bellinzona è indice di un malessere che si trascina da anni. Egli ha ribadito la necessità di mantenere in Ticino un polo ferroviario efficiente e di creare le premesse per rafforzarlo. Pedrina ha ricordato che nell´ultimo decennio il Ticino ha perduto oltre 2000 posti di lavoro federali. Il problema non è solo ticinese, ma nazionale.

Di fronte agli attacchi a Leuenberger e ai dirigenti di FFS Cargo, Chiara Simoneschi (PPD) ha detto che "non siamo qui a fare il processo a nessuno, bensì a risolvere problemi. Dopo aver ribadito che le misure prese nei confronti delle officine di Bellinzona sono nocive anche alle FFS Cargo, la vicepresidente del Nazionale ha sottolineato che per le FFS è importante restare strategicamente al Sud delle Alpi, soprattutto con l´apertura della NEAT. "Noi non siamo venuti a Berna a chiedere la carità, ma pretendiamo strategie concrete e giustificazioni", ha affermato.

Attilio Bignasca (Lega) ha detto che FFS Cargo, ancora nelle mani della Confederazione, vuol far pagare il disastro anziendale agli operai. "Moritz Leuenberger non può lavarsene le mani come un moderno Ponzio Pilato", ha esclamato. Per Bignasca, FFS Cargo è vittima dell´incompetenza dei suoi dirigenti.

Marina Carobbio (PS) si è chiesta dov´è la logica anziendale del provvedimento deciso contro le officine. "Perché non si dice che anche a Yverdon occorrono investimenti per 50 milioni?", ha ancora chiesto la deputata ticinese. Dopo aver affermato che il dibattito di oggi non riguarda solo il Ticino, ma il futuro di FFS Cargo, Marina Carobbio ha rammentato che le FFS sono un servizio pubblico e devono quindi mantenere posti di qualità nelle regioni periferiche.

Fabio Abate (PLR) ha esordito ricordando che il ministro dei trasporti Moritz Leuenberger aveva affermato tre anni fa che "nella liberalizzazione delle ferrovie la Svizzera è in prima fila". Ora si constata tuttavia che il trasporto ferroviario merci fatica a concorrenziare con la strada, senza i sussidi statali. "In tutta questa crisi è logico chiedersi dove sia rimasta la politica", ha aggiunto.

Abate si è pure chiesto "in che modo il Consiglio federale ha esercitato il suo controllo su FFS Cargo". Egli ha deplorato l´assenza di obiettivi strategici per il futuro, carenze nella comunicazione e anche "arroganza". Secondo Fabio Abate, "nella ricerca di soluzioni si tratta anche di dimostrare umiltà per riportare fiducia". "Le responsabilità vanno chiarite e si devono trarre le conseguenze", ha concluso.

ATS  

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