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IL SORPASSO A… DUE RUOTEVincere è l’unica cosa che conta

11.05.23 - 11:00
KTM, la scalata è partita
Imago
Vincere è l’unica cosa che conta
KTM, la scalata è partita
L’arroganza di Pierer sprone per la vittoria.
SPORT: Risultati e classifiche

MATTIGHOFEN - Il giorno in cui tolse il velo alla RC16 non si mise in luce per modestia. «Questo è il nostro progetto più prestigioso e ambizioso, da anni dominiamo nel fuoristrada, vinceremo anche qui», disse Stefan Pierer, gran capo della KTM e di un impero che oggi racchiude anche i marchi Gas Gas, Husqvarna e, da pochi mesi, una percentuale dell’italianissima MV Agusta.

Chi era presente nella sala stampa del circuito di Zeltweg ricorda anche qualche commento non troppo lusinghiero nei confronti dell’Aprilia, che allora stava faticando oltremisura, come delle altre Case presenti nel Mondiale MotoGP. Ma la personalità del manager austriaco è sempre stata tutto fuorché di basso profilo anche se, va detto, i risultati gli hanno sempre dato ragione. Perché basta andare a spulciare i dati di qualsiasi disciplina motociclistica (a parte lo speedway) e ci trovi una KTM o una delle sue sorelle vincenti: dal cross alla Dakar, dal Supercross al trial, dall’enduro al supermotard, fino alle categorie minori del Motomondiali. La Casa di Mattighofen ha vinto e continua a farlo a ripetizione.

Mancava solo la MotoGP, l’Everest motociclistico, la punta di un iceberg ricco di vittorie e Mondiali. Ma era solo questione di tempo, perché non c’è stata sfida che, prima o poi, gli arancioni non siano riusciti a vincere. Dopo anni complicati, hanno cominciato a farlo anche tra i grandi, successi sporadici all’inizio, con Brad Binder prima e Miguel Oliveira poi (2 volte) in un 2020 entrato nella storia degli austriaci. Questo grazie anche al lavoro fantastico di Dani Pedrosa, cacciato dalla Honda (non si può definire altrimenti il trattamento che gli ha riservato il suo ex manager Alberto Puig, oggi team manager HRC) e capace di rendere quella RC16 che aveva portato Johann Zarco alla resa, una moto di primissimo livello. Per fare il salto di qualità definitivo, per confermarsi al vertice, serviva però una crescita importante anche a livello tecnico e di organizzazione. Per riuscirci, la struttura diretta da Pit Beirer - l’ex crossista rimasto tetraplegico in seguito a una caduta e oggi responsabile del motorsport dell’impero – è andata a pescare in Italia, ingaggiando Fabiano Sterlacchini come direttore tecnico e Fabrizio Guidotti come team manager. Due uomini Ducati (il secondo di sponda Pramac), ai quali questa stagione si sono uniti altri uomini rossi, dall’ex compagno di Francesco Bagnaia, Jack Miller, ad Alberto Giribuola, l’ex ingegnere di pista di Enea Bastianini.

E in pochi mesi la KTM ha trovato quella continuità che le era sempre mancata: la vittoria di Binder nella Sprint in Argentina, soprattutto l’ultimo grandissimo weekend di Jerez, il sudafricano ancora vincente nella Sprint, con Miller terzo, e poi i due uno in scia all’altro alle spalle del vincitore Bagnaia domenica. Con la ciliegina di Pedrosa doppio sesto. Così, alla vigilia di Le Mans, più che una conferma della Ducati, tutti aspettano di vedere cosa farà la KTM. Perché se sul circuito della Sarthe gli arancioni saranno ancora così competitivi, allora a Borgo Panigale dovranno iniziare a fare attenzione.

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COMMENTI
 

Yoebar 1 anno fa su tio
Forza ktm, così vedremo gare ancor più combattute, è questo che abbiamo bisogno.
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