Le parole pronunciate dal Dio del sesso in intervista al portale Adnkronos
ROMA - Uno squarcio nella vita di Rocco Siffredi.
Il successo della nuova serie televisiva "Supersex" è anche dovuto alla sincerità e alla semplicità con cui i registi affrontano la storia di un personaggio pubblico che, malgrado le apparenze, ha avuto una vita difficile, triste e profondamente segnata dalla depressione. Lo afferma lo stesso Rocco Siffredi in intervista esclusiva al portale Adnkronos.
«Io sono sempre depresso. Basta che mi fermo a riflettere e vado in depressione, ma non ho mai usato farmaci perché mi sono sempre detto che dovevo imparare a superare qualsiasi ostacolo da solo».
L'amarezza con cui il Dio del sesso ha raccontato il suo dolore è lancinante: «Quello che mi faceva soffrire di più era vedere mia madre sempre triste, mi faceva malissimo. Il mio unico sogno era quello di aiutarla a uscire dalla miseria», racconta il pornodivo, facendo riaffiorare ricordi a dir poco strazianti: «La settimana prima che morisse non riconosceva le persone». In quel momento così difficile, da parte alla madre morente, c'era solo lui: «Mi sedevo sul letto e lei mi mordeva e mi graffiava perché non mi riconosceva».
In tutta questa sofferenza, straziante e angosciante allo stesso tempo, un lume di speranza: «Il porno mi ha salvato perché riusciva a non farmi pensare al dolore che provavo».
Un lunga carriera, che lo ha distratto e protetto da una situazione famigliare disastrosa, ma per cui ha dovuto pagare un prezzo: la sua dipendenza da sesso che è «durata ben 15 anni», ammette il pornodivo. «Appena vedevo una donna, ma anche un uomo o un transessuale, non riuscivo a trattenermi, ci dovevo fare sesso. Era come se dentro di me ci fossero due personalità e una volesse farsi del male».
Nonostante tutto è riuscito a costruirsi una famiglia e a intrattenere buoni rapporti con i figli Lorenzo e Leonardo e la moglie Rosa: «Siamo molto uniti. Se mia moglie dovesse improvvisamente guardarmi con occhi diversi e decidere di non amarmi più penso che morirei».