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Valute e FrontiereDal Ticino all’Italia, ecco i frontalieri al contrario

08.04.24 - 10:00
È sempre più elevato il numero dei residenti in Ticino che decidono di andare a vivere in Italia pur mantenendo il lavoro in Svizzera
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Dal Ticino all’Italia, ecco i frontalieri al contrario

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È sempre più elevato il numero dei residenti in Ticino che decidono di andare a vivere in Italia pur mantenendo il lavoro in Svizzera

Qualcuno lo ha ribattezzato “frontalierato al contrario”. È il fenomeno dei residenti in Canton Ticino che decidono di trasferirsi a vivere in Italia pur mantenendo il lavoro in Svizzera. A farlo emergere sono i dati di uno studio dell’Ufficio cantonale di Statistica (USTAT) che ha preso in considerazione, in un periodo compreso tra il 2013 e il 2020, il flusso di spostamenti da e verso il cantone.

Dalla ricerca è emerso che nel 2020, l’ultimo anno preso in considerazione, i frontalieri al contrario, sono stati 836, il 42,4% in più rispetto al 2013. Sempre nel 2020 i frontalieri che si sono trasferiti a vivere in Svizzera sono stati 869, il 43,8% in meno rispetto al 2013.


Spostamenti duraturi o temporanei?

Lo studio dell’USTAT, oltre ad analizzare i flussi di movimento, si è concentrato sulla durata degli spostamenti da una parte all’altra della frontiera per stabilire se siano duraturi o temporanei. In particolare è stato osservato il comportamento di tutti coloro che si sono spostati tra il 2013 e il 2017, seguendoli per i tre anni successivi. Dall’analisi dei dati si evidenzia una sostanziale differenza tra i frontalieri che sono diventati residenti e i residenti in Ticino che sono diventati frontalieri.

I frontalieri che decidono di prendere la residenza in Svizzera lo fanno seguendo un progetto di medio/lungo termine, tanto che solo uno su cinque è tornato a casa nei tre anni successivi allo spostamento: 7.417 persone sono passate dall’essere frontaliere a risiedere in Ticino. La gran parte è rimasta tale anche negli anni successivi: il 91,5% lo era ancora dopo un anno, l’84,1% dopo due anni e il 78,5% dopo tre anni. Una parte più esigua torna indietro: dopo tre anni il 6,1% riprende a fare il frontaliere mentre l’11,4% non ha più relazioni professionali con la Svizzera. Infine una piccola parte, il 4%, si trasferisce in un altro cantone svizzero.

Al contrario mostrano un maggiore dinamismo le persone che dall’essere residenti in Ticino decidono di andare in Italia e diventare frontalieri: solo un terzo di loro mantiene lo status nei tre anni successivi. Delle 3.303 persone che da residenti in Ticino diventano frontaliere, al termine del primo anno solo il 49,8% è ancora frontaliere, il 24,1% lascia l’attività lavorativa in Svizzera e risulta quindi all’estero, il 21,6% torna a vivere nel Canton Ticino e, infine, il 4,5% si trasferisce in un'alto cantone della Svizzera.”


Perché i Ticinesi vanno a vivere in Italia?

Non esistono dati statistici precisi che possano dare una risposta concreta alla domanda sul perché chi vive in Svizzera decida di spostarsi e prendere residenza in Italia assumendo lo status di frontaliere, ma alcune ipotesi possono essere fatte, considerando gli stipendi percepiti dai lavoratori in Svizzera e confrontando il costo della vita tra Svizzera e Italia.

Nonostante non esista un salario minimo nazionale, gli stipendi dei lavoratori svizzeri sono tra i più elevati al mondo. Stipendi che appaiono a un primo sguardo "stellari" non sono poi così elevati se li si legge nella prospettiva del costo della vita che in Svizzera è altrettanto stellare, come hanno evidenziato gli analisti dell’Economist Intelligence Unit che hanno designato Zurigo come città più cara al mondo.

Una delle spese più elevate da affrontare è quella dell’alloggio. Ad esempio, per acquistare un metro quadrato nella periferia di Zurigo occorrono 14.562 franchi, mentre per l’affitto di un monolocale nella stessa zona la spesa è di circa 1.686. Il desiderio di avere una casa di proprietà potrebbe quindi essere uno dei motori che spingono i lavoratori a trasferirsi in Italia mantenendo lo stipendio svizzero.

Anche il costo dei generi alimentari è più vantaggioso in Italia. Gli alimenti e le bevande in Svizzera costano circa il 60% in più rispetto agli altri paesi europei secondo un confronto effettuato tra le statistiche Eurostat e dell’Ufficio Federale di statistica svizzero.

Inoltre Italia non è presente l’obbligo di avere una assicurazione sanitaria privata che in Svizzera rappresenta invece una delle principali voci di spesa nell’economia familiare, ancora di più in seguito agli aumenti annunciati dall’Ufficio Federale della Sanità Pubblica (Ufsp). Insomma, nonostante il nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri abbia in parte reso meno appetibile lo status di frontalieri, a conti fatti sembra ancora vantaggioso percepire uno stipendio in Svizzera e vivere in Italia.


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