Una delle osservatrici ribadisce le accuse già mosse dall'opposizione
ISTANBUL - Sono «circa 2,5 milioni le schede sospette» conteggiate nel referendum sul presidenzialismo di domenica scorsa in Turchia, vinto di misura dal 'sì' (51,4%) sostenuto dal presidente Recep Tayyip Erdogan.
Lo ha detto la deputata austriaca di origini turche Alev Korun, membro della delegazione di osservatori dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), citata da media locali.
I sospetti nascono dal fatto che «la Commissione elettorale suprema (Ysk), contrariamente alla legge, ha accettato le schede senza timbro ufficiale», ha spiegato Korun, membro dei Verdi e prima deputata di origini turche nel Parlamento di Vienna.
Ieri, presentando ad Ankara le conclusioni preliminari della sua missione di osservazione elettorale, l'Osce/Odihr (Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani) ha sostenuto che la decisione dell'Ysk ha minato importanti garanzie contro i brogli, precisando che il voto in Turchia «non è stato all'altezza degli standard del Consiglio d'Europa».
«Tutti rispettino i risultati» - «Tutti i partiti devono rispettare i risultati (del referendum), compresa la principale opposizione (Chp). Le voci di irregolarità sono sforzi inutili di oscurare i risultati». Lo ha detto il premier turco, Binali Yildirim, citato dalla Cnn turca, parlando ad Ankara al gruppo parlamentare del suo Akp.
«Appena i risultati del referendum saranno dichiarati ufficialmente (tra una decina di giorni, ndr), il leader fondatore dell'Akp, Recep Tayyip Erdogan, tornerà a far parte del partito», ha annunciato Yildirim. La possibilità per il capo dello stato di iscriversi a un partito politico, non essendo più 'super-partes', è una delle previsioni della riforma sul presidenzialismo che entreranno subito in vigore.