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STATI UNITIDiscorso d'addio per Obama: «Lascio un'America più forte»

10.01.17 - 21:22
Il presidente americano ha pronunciato il suo discorso a Chicago, dove tutto era iniziato
Discorso d'addio per Obama: «Lascio un'America più forte»
Il presidente americano ha pronunciato il suo discorso a Chicago, dove tutto era iniziato

CHICAGO - Lo ha ripetuto più volte Barack Obama: «Lascio un'America più forte». Ed è al futuro del Paese che guarda il presidente uscente nel suo discorso di addio, pronunciato non a caso a Chicago, in cui ancora una volta l'obiettivo è quell'iniezione di ottimismo e speranza che ha aperto la strada al primo presidente nero degli Stati Uniti.

Non una lista degli obiettivi raggiunti o dei dossier chiusi quindi, ma il tentativo estremo di dare un nuovo significato a quello slogan che ha reso la sua storica presidenza possibile: "Yes we can!". Lo scandiva nel 2008 una folla festante e commossa che a Chicago salutava l'arrivo del cambiamento quando il giovane senatore dell'Illinois appena eletto presidente salì sul palco a dare un volto nuovo al sogno americano, ed è l'urlo di speranza che Obama chiede agli americani di non 'archiviare', non adesso, nonostante ciò che pensano del suo successore Donald Trump.

Chicago non a caso: a differenza di Ronald Reagan, Bill Clinton o George W Bush, Obama esce dalla Casa Bianca per il suo discorso finale e torna tra la gente. Un bagno di folla (c'è chi si è messo in fila per ascoltarlo 14 ore prima) ma non solo, l'obiettivo è chiudere il cerchio. Lì dove ha imparato ad ascoltare lavorando dalla base, per ricordare agli americani - e ai democratici in particolare, scossi dalla sonora sconfitta subita dall'inarrestabile campagna dell'outsider Donald Trump - che l'energia la si prende dal basso. «Un talento il suo nel portare la gente a lavorare insieme verso un obiettivo comune», ricorda il suo chief of staff Denis McDonough, sottolineando che in questo senso il messaggio di Obama rimane immutato: «L'importanza di lavorare insieme e lottare per i propri valori».

E se è vero quanto anticipato in più occasioni, lavorare alla ricerca dei leader del futuro, Obama riparte da Chicago. Eppure proprio la sua città adottiva è oggi simbolo di quelle ferite profonde che otto anni di presidenza non sono riusciti a lenire e di un lavoro non finito. Capitale degli omicidi, nel 2016 se ne sono registrati 762, il numero più alto dai tempi bui dell'epidemia di crack negli anni '90. Si trovano a Chicago quartieri tra i più violenti di tutta l'America, le strade sono piene di armi le cui vittime si contano a decine weekend dopo weekend. La tensione è altissima nel rapporto con le forze dell'ordine e anche il clima politico è incandescente, con confronti durissimi e accuse di cattiva gestione, inefficienza e poca attenzione ai problemi dei cittadini che hanno messo sotto accusa il sindaco Rham Emanuel, primo chief of staff di Obama la cui poltrona è stata messa a rischio dall'avanzata di un outsider emersa dalla rabbia dei sindacati.

Il passato e il futuro insieme che Obama va a guardare negli occhi a Chicago, nella speranza ultima di aver lasciato una traccia.

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COMMENTI
 

GIGETTO 7 anni fa su tio
Sniff sniff....lacrime di coccodrillo.....adios!!

Lonely Cat 7 anni fa su tio
Una grande perdita per l'Islam.

Moga 7 anni fa su tio
Un'America più forte nel senso che è ancora più armata!Barak O'Bomber è il primo presidente a non aver mai avuto un giorno senza guerre durante il suo mandato...e gli hanno dato il Nobel per la pace!!!

Lourmarin 7 anni fa su tio
tio si sta specializzando nell'uso di foto che non hanno nulla a che vedere con l'articolo? dopo la mucca travolta da un treno in Austria al posto di una foto di un treno svizzero in Vallese ecco la celebre foto di alcuni mesi fa quando Obama pianse on occasione di una sparatoria in una scuola. nulla a che vedere con i discorso d'addio di oggi...

sedelin 7 anni fa su tio
Risposta a Lourmarin
tu ne hai una?

red 7 anni fa su tio
Risposta a Lourmarin
Cari blogger, spesso capita che la notizia arrivi prima delle foto, come in questo caso. Ieri sera l’agenzia fotografica internazionale a cui ci appoggiamo non disponeva ancora delle foto del discorso. Abbiamo perciò optato per una foto d’archivio (come peraltro indicato nella didascalia). Pubblichiamo solo foto per le quali paghiamo il diritto di pubblicazione. Dunque non “basta cercare” su Google o altrove per trovare la foto più adatta. Per un discorso d’addio, in cui il Presidente Obama era visibilmente commosso, la foto d’archivio scelta è adatta. Nell’articolo di questa mattina “«Yes we did», il commosso addio di Obama” potete vedere la foto scattata ieri sera, dove il Presidente Obama è visibilmente commosso.

bananajoe 7 anni fa su tio
Risposta a sedelin
Chiunque ne può trovare quante ne vuole, basta cercarle... Questa immagine la trovo anche io fuori luogo soprattutto per il contesto da cui è stata presa oltre che risalente a più di un anno fa. Credo che lo si possa dire, no?

bananajoe 7 anni fa su tio
Risposta a sedelin
In tasca no ma chiunque ne può trovare quante ne vuole, basta cercare. Comunque l'osservazione è giusta non tanto perché la foto risale ad oltre un anno fa ma proprio per il contesto dal quale questa immagine è stata presa. Possiamo dirlo o no?
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