È quello di Moria sull'isola di Lesbos. In 12mila senza casa, in strada e in fuga fra campi e montagne
La mozione dei Verdi Svizzeri: «La Confederazione deve aiutare», Amnesty International: «Li si accolga, con urgenza». La Città di Berna: «Pronti a dare rifugio a venti profughi»
ATENE - Esasperati dalle misure sul lockdown, un gruppo di migranti del campo di Moria - sull'isola di Lesbo - avrebbe appiccato diversi incendi che si sono poi tramutati in un inferno. Le fiamme, propagatesi rapidamente, hanno completamente distrutto casupole e tende lasciando senza rifugio circa 12'000 persone.
Moria, lo ricordiamo, è il più grande campo migranti d'Europa e ospita circa 13mila migranti a fronte di una capacità originaria di circa 2'800 posti. Una situazione, quella dell'isola sul Mediterraneo, da mesi tesa all'inverosimile, con diverse proteste da parte della popolazione locale sempre inascoltate da Atene. Nel frattempo, Moria cresceva a vista d'occhio, arrivo dopo arrivo e tenda dopo tenda.
Con il Covid-19 la situazione già insostenibile, è esplosa: dopo un primo focolaio da una trentina di casi sono scattate le misure di contenimento. Dopo la preoccupazione sono arrivati i disordini e poi - giovedì notte - il fuoco, divampato in diverse parti della tendopoli. Stando ai pompieri, sul posto, i migranti hanno ostacolato le operazioni di spegnimento bersagliandoli di pietre.
Intanto almeno 35 persone Covid-positive sarebbero in fuga, una situazione che il governatore dell'isola Michalis Frantzeskos ha definito: «una bomba atomica, con gente sparsa ovunque, che si nasconde nelle montagne». Oltre al dispiegamento di agenti in tuta anti sommossa, sono diversi gli abitanti dei paesini a essersi mobilitati per garantire la sicurezza delle proprie case.
«Il campo è completamente distrutto e non può più essere utilizzato», ha dichiarato in un meeting d'emergenza del governo Kyriakos Mitsotakis, «c'è gente per le strade, nei campi, parliamo di migliaia di persone». Sull'isola è stato dichiarato lo stato d'emergenza per un periodo di 4 mesi.
Oltre all'UE, attraverso il commissario europeo per gli affari interni Ylva Johansson, sono diverse le nazioni a essersi offerte per aiutare la Grecia fra questi spiccano Germania, che vuole accoglierne 1'000, e Norvegia. In generale la volontà è che gli sfollati vengano ridistribuiti nei vari Paesi dell'Unione.
I Verdi Svizzeri hanno presentato oggi una mozione affinché la Svizzera aiuti in questo momento di crisi, lo ha confermato Balthasar Glättli, in un tweet postato in mattinata: «La Confederazione deve aiutare e ospitare un numero importante di migranti sul suolo svizzero», la risposta dell'Esecutivo è attesa per il prossimo lunedì.
Amnesty International: «La Svizzera faccia prova di solidarietà», è questo l'appello dell'organizzazione umanitaria diffuso oggi in giornata, «Anche la Svizzera, come gli Stati europei, deve essere solidale e accogliere con urgenza delle persone provenienti dal campo di Moria», ha dichiarato Pablo Cruchon responsabile della campagna migrazione e l'asilo di Amnesty Svizzera.
E una prima prova di questa solidarietà è giunta dalla Città di Berna che rispondendo all'appello di Amnesty ha deciso di accogliere fino a 20 profughi provenienti da Lesbo. «Il consiglio comunale è sgomento per l'incendio divampato nel campo profughi di Moria e chiede alla Confederazione di consentire all'ammissione diretta dei rifugiati», si legge in una nota stampa diramata dal legislativo.