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GERMANIATra la gente alla porta di Brandeburgo: "Non vorrei essere da nessun'altra parte al mondo"

09.11.14 - 19:56
Centinaia di migliaia di persone sono accorse a Berlino per il venticinquesimo anniversario della caduta del Muro
Tra la gente alla porta di Brandeburgo: "Non vorrei essere da nessun'altra parte al mondo"
Centinaia di migliaia di persone sono accorse a Berlino per il venticinquesimo anniversario della caduta del Muro

BERLINO - "Perché non ci fate passare di qui? Non vedi che là è tutto pieno?", insiste una donna che vuole superare in fretta i controlli per arrivare sotto il palco della festa per il venticinquesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino, alla porta di Brandeburgo. "Non ho il permesso", risponde secca una giovane in divisa. "È tutto come allora nella DDR!", la famigerata Repubblica democratica tedesca, ribatte la prima maledicendo la rigidità prussiana. "Già, soprattutto le lamentele", scherza un terzo ad alta voce suscitando una risata generale.

In realtà lo sanno tutti, che niente è come prima. Nel bene e nel male. "Non ci sono più le sicurezze di una volta, e il futuro per molti è diventato un'incognita", raccontano all'ANSA Raina e Harold, una coppia di 50 e 52 anni che a Berlino viveva anche 25 anni fa. "Ma a parte quello, non c'è niente da rimpiangere". Per loro, venuti a festeggiare stasera, attraversare il Muro per la prima volta è stata "un'emozione indimenticabile.

"Gli odori, i colori. Tutto era diverso. Abbiamo preso i soldi che il governo dell'ovest aveva messo a disposizione dei cittadini dell'est e ci siamo comprati una radiosveglia e un mangianastri. Le cassette con la musica occidentale già le avevamo a casa. Ce l'avevano tutti", scherzano. I loro figli hanno 24 e 27 anni, e per quest'anniversario hanno fatto tantissime domande su com'era allora la loro vita.

"Ne abbiamo parlato tanto a scuola. E tanto abbiamo visto in tv o letto sui giornali", raccontano altri due giovani, Sascha e Franziska, 26 anni lui, 24 lei. "Se ci fosse stato il Muro non ci saremmo mai conosciuti. Io vengo da Berlino est, lei dall'ovest", spiegano con un sorriso. "Ma per noi la nostra provenienza non è mai stata un problema", aggiungono, "e oggi siamo felici di poter festeggiare qui".

Fa un gran rumore la gioia. Stare in mezzo alle centinaia di migliaia di persone accorse a Berlino per il venticinquesimo anniversario della caduta del Muro è una prova di resistenza. Ci sono i giovani, tanti. Persone di mezza età, che in quei giorni intorno al nove novembre del 1989 hanno vissuto in prima persona. E anche tante teste canute, un po' spaesate ma che non potrebbero trovarsi altrove oggi.

Dietmar ha 58 anni è venuto da Francoforte sull'Oder, al confine con la Polonia. Anche 25 anni fa aveva fatto lo stesso percorso per arrivare a Berlino. "È stato incredibilmente emozionante, allora", confessa. "E una grande sorpresa: mai avrei immaginato che il Muro potesse cadere così in fretta". Quel giorno di novembre di venticinque anni fa il clima era molto simile a oggi, umido, uggioso. "Allora non si sentiva particolarmente l'oppressione: si viveva come si viveva. Non avevamo altri metri di paragone e quindi non soffrivamo troppo le privazioni di cui ci siamo resi conto dopo".

Nemmeno Birgit, che oggi ha 60 anni e allora lavorava nella commissione tedesco-tedesca del ministero dell'Interno a Bonn, si aspettava che il Muro cadesse all'improvviso. "Venivo spesso a Berlino est per lavoro. Pensavo si arrivasse a una lenta normalizzazione, e invece..." Quando è crollato il Muro "sono dovuta rimanere alla mia scrivania. C'era così tanto da fare. Ma oggi non vorrei essere da nessun'altra parte al mondo", confessa con un sorriso commosso.

di Matteo Alviti ANSA/ats

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